Torino, 31 luglio 2010
In relazione all’articolo su La Stampa ( “Sant’Anna fabbrica della morte” Attacco anti-abortista alla Ru486, cronaca di Torino, pag. 61) Silvio Viale, ginecologo del S.Anna di Torino, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
Leggo su La Stampa di questa mattina che ieri sarei sceso per strada a parlare con Giorgio Celsi, che manifestava davanti all’ospedale contro la RU486, e che secondo lui sarei stato “abbastanza minaccioso”, pronunciando addirittura la fatidica frase “lei non sa chi sono io”, tipica dell’arroganza del potere. Mi dispiace che l’articolo possa indurre il lettore a pensare che io abbia minacciato un evidentemente prevenuto Sig. Celsi.
Che il Signor Celsi sapesse benissimo chi sono lo dimostra il volantino, con tanto di mia foto, che distribuiva e nel quale venivo sbrigativamente indicato come “il medico che tifa per la morte” e lo conferma la pantomima che ha improvvisato appena mi ha visto, accanto ad una croce a grandezza d’uomo, sventolando la prima pagina di un giornale e proteggendo i volantini.
La spiegazione più plausibile è che, proprio perché non sa chi sono per davvero, temesse veramente che volessi portagli via i volantini, o volessi impedirgli di manifestare. Al contrario gli ho stretto la mano e ho preso una copia di entrambi i volantini che stava distribuendo e sono rientrato in ospedale in meno di un minuto, mentre lui a continuato a manifestare per tutta la mattinata in divisa da infermiere.
Non ricordo le esatte parole su cui possa avere equivocato, ma non avevo nessun motivo di preoccuparmi di quel manifestante, come in tanti anni non mi sono mai preoccupato delle manifestazioni alle sette mentre entrano le donne che si ricoverano per le Interruzioni Volontarie di Gravidanza (IVG).
Non so, poi, quali poteri io possa avere per dare seguito al classico “lei non sa chi sono io” (frase che nel contesto di evidenti falsità scritte e distribuite ha un compiuto significato letterale), ma sappia che sono ben felice che venga a valorizzare il mio lavoro.
Per quanto mi riguarda, il Sig. Celsi è il benvenuto a manifestare a Torino tutte le volte che vuole, anche se prevenuto e con quei volantini insultanti.
Infatti, la mia preoccupazione non è lui, ma il silenzio di coloro che si dicono a favore della RU486, che strillano contro Cota nei cortei, che non hanno mosso neanche un mignolo quando il mio direttore generale ha imposto il ricovero per le donne e che, sebbene a parole a favore delle donne, hanno reso l’aborto sia più sempre relegato ai margini della sanità e nel’inferno ipocrita della politica. Quindi, un grazie, al Sig. Celsi.