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COTA/194 – VIALE, COTA PENSA ALLE ELEZIONI, SOLO SPOT ELETTORALI E BALLE!

Lunedì conferenza stampa di Silvio Viale.

“Chi non è d’accordo a sostenere le maternità difficili per ragioni economiche e sociali, ma perché non si comincia a farlo seriamente con le donne che portano avanti la gravidanza, piuttosto che accanirsi contro quelle che vogliono abortire? Ha già trovato i dieci milioni di euro necessari per la balla dei pannolini che ha promesso a tutti i neonati piemontesi?

Questa le domande di Silvio Viale, il ginecologo radicale – attualmente sospeso dalla Direzione Sanitaria Aziendale dell’OIRM-Sant’Anna – che accusa Cota di pensare solo a spot elettorali e che contesta il valore del nucleo centrale delle argomentazioni della squadra di Cota, che si limitano al pretesto di tassi di abortività di poco superiori alla media nazionale.
Dati alla mano Silvio Viale ha spiegato:

“Vorrei fare notare a Cota che la media nazionale comprende anche le regioni del sud dove fino a 1/3 degli aborti sono tuttora clandestini. Se i suoi collaboratori conoscessero i dati, Cota saprebbe che nell’ultimo quinquennio, quello di Bresso in Regione e di Viale al Sant’Anna, in Piemonte gli aborti sono diminuiti di più e le nascite sono aumentate di più rispetto alle medie nazionali a cui Cota è così tanto affezionato. Come Cota sa bene, io non temo che la Regione butti via i soldi dei cittadini per finanziare i gruppi antiabortisti, essendo questa una sua legittima scelta politica, ma devo ammonirlo che ciò non può tradursi in molestie psicologiche alle donne che hanno deciso di abortire o nel peggioramento delle condizioni in cui possono abortire. Una cosa è che la donna riceva l’elenco delle associazioni alle quali può rivolgersi, ma altra cosa è costringerla e psicologicamente forzarla verso i tormenti di operatori antiabortisti. Non dimentichi Cota che i medici che praticano gli aborti non sono tifosi dell’aborto, ma consentono l’applicazione di una legge dello Stato, per cui non meritano il disprezzo della Regione. Allo stesso modo le donne che abortiscono non possono essere considerate pazienti di serie B. Forse, i gruppi antiabortisti per alcune donne consenzienti possono essere una risorsa in più, ma non possono essere una molestia in più per tutte le altre.”

Sivio Viale ha poi, fornito i dati piemontesi e nazionali, affinché anche Cota li conosca:

“Nel quinquennio 2004-2009 il tasso piemontese di aborti per 1000 donne (15-49 anni) è diminuito del 20,5%,mentre quello nazionale de 17%, con un numero assoluto di IVG che è calato del 19,1%, mentre quello nazionale solo del 15,3%.
Nello stesso periodo il numero di nati in Piemonte è cresciuto del 4,3%, mentre quello nazionale solo del 2,9%.
Di conseguenza il rapporto tra le IVG e i nati vivi in Piemonte è calato del 22,3%, mentre quello nazionale è sceso solo del 17,8%, dimostrando come in Piemonte le IVG siano calate di più e le nascite siano aumentate di più delle medie nazionali.
In questo clima di riduzione della richiesta di IVG è lusinghiero che sempre più donne si rivolgano all’Ospedale Sant’Anna di Torino, dove grazie al’impegno degli operatori, nonostante le difficoltà politiche ed organizzative, si praticano in tempi e standard ragionevoli quasi il 40% delle IVG del primo trimestre del Piemonte, il 90% di quelle del secondo trimestre (le cosiddette ITG) e, per ora, la quasi totalità degli aborti con la RU486.”
Lunedì durante la conferenza stampa (a mezzogiorno, presso la sede dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta, via Botero n. 11/f) il Presidente dell’associazione radicale, attualmente sospeso dal servizio, spiegherà cosa è che non sta funzionando con la RU486 e risponderà volentieri alle domande dei giornalisti.

Torino, 16 ottobre 2010.