Dichiarazione di Marco Perduca (senatore radicale/PD) e di Giulio Manfredi (Comitato nazionale Radicali Italiani).
Il sottosegretario Giovanardi ha risposto il 15 ottobre scorso a una interrogazione radicale (Perduca/Poretti, n. 4-01811) del 22 luglio 2009; non protestiamo più per il ritardo perchè ormai Giovanardi ha una risposta standard che va bene per tutti gli anni e in ogni stagione: in Italia i consumatori di droghe illegali non sono puniti con il carcere ma sono
segnalati ai Prefetti che li sanzionano ritirandogli la patente e li indirizzano ai servizi per le tossicodipendenze. La realtà è un po’ diversa dal “disco Giovanardi”: la distinzione fra consumo e spaccio è molto labile; le persone segnalate ai prefetti sono una cifra impressionante: fra l’11 luglio 1990 (data di entrata in vigore della legge “Iervolino-Vassalli”) ed il 31 dicembre 2009, sono state 737.642; solo nel 2009 le sanzioni amministrative adottate dai Prefetti sono state 15.923 (fonte: Relazione annuale 2010 del governo al Parlamento). La tecno-burocrazia proibizionista non riempie
solamente le carceri di tossicodipendenti ma colpisce duro anche con le sanzioni amministrative.
Anche sulla riduzione del danno, Giovanardi ripete la solita solfa: gli interventi devono essere comunque rivolti al recupero del consumatore. Una dichiarazione pacifica che, in realtà, serve al governo per dire NO alle narcosale, per dire NO a qualsiasi tentativo di aggancio dei consumatori di eroina più duri, con le inevitabili conseguenze sulla sicurezza dei quartieri e sulla diffusione delle infezioni.
Se in Italia Giovanardi suona il solito disco, a livello internazionale si sente una musica nuova: il relatore per il diritto alla salute all’Assemblea Generale dell’ONU, l’indiano Anand Grover, ha presentato un rapporto (divulgato lo scorso 26 ottobre) che raccomanda agli Stati membri di “garantire che tutte le misure di riduzione del danno (così come elencate dall’UNAIDS) e i servizi per il trattamento delle dipendenze da droghe, in particolare le terapie con oppiacei sostitutivi, siano disponibili ai soggetti che usano droghe, in particolare quelli delle popolazioni delle carceri”. Sottolineiamo che Grover parla di “tutte le misure di riduzione del danno” (comprese le narcosale) e ricordiamo che nelle carceri italiane i trattamenti con metadone attuati dai medici dei Sert sono la metà di quelli praticati fuori dal carcere (fonte: Relazione annuale 2010 del governo al Parlamento). Non basta: Grover raccomanda agli organi di controllo delle droghe delle Nazioni Unite di “prendere in considerazione la creazione di un quadro regolatorio alternativo per il controllo delle droghe nel lungo termine, basato su di un modello come quello della Convenzione Quadro per il Controllo del Tabacco”.
Una regolamentazione delle droghe illegali simile a quella del tabacco: e ora chi glielo dice a Giovanardi di cambiare disco?
Roma, 6 novembre 2010
Per approfondimenti:
La risposta di Giovanardi all’interrogazione radicale:
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Sindispr&leg=16&id=511550