Asti, 10/12/2010
Dichiarazione di Salvatore Grizzanti, tesoriere dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta e membro del Comitato nazionale di Radicali Italiani:
Fa sorridere pensare alla campagna elettorale delle comunali in cui il rassicurante sorriso di Giorgio Galvagno prometteva Asti nelle prime dieci posizioni della classifica sulla qualità della vita nelle città; invece, ogni anno, la classifica è sempre più impietosa ed Asti continua a perdere posizioni. Ma come si collocherebbe Asti in una classifica dei diritti dei cittadini?
Il diritto alla trasparenza è accantonato come la proposta di delibera per un’anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati che giace ormai da più di due anni nei cassetti del Consiglio comunale.
Negato il diritto di partecipare attivamente alla vita istituzionale imponendo lo Statuto comunale un numero elevatissimo di sottoscrizioni per presentare iniziative di delibera popolare (1200 ad Asti, 1500 a Torino).
Negato il diritto a decidere per sé stessi nei trattamenti di fine vita: mentre infatti, un po’ in tutto il Piemonte dalla progressista Torino alla cattolica “cugina” Alba fino al paesino di Trinità (Cn), i comuni stanno predisponendo registri per la raccolta dei testamenti biologici, tutto il Consiglio comunale astigiano è apatico.
Insomma Asti si dimostra fanalino di coda anche nei diritti di cui può possono godere i suoi cittadini.