La Stampa Pagina V – Torino
Con lui ci sarà “Insieme per Bresso” ma non il Pd. Viale: “Le responsabilità sono penali e soprattutto politiche”
Il leader dei radicali vuole costituirsi parte civile al processo sulle firme false
L´annuncio verrà dato nella sede dell´associazione Aglietta: “Battaglia per la legalità”
Il ginecologo: “Intanto il consigliere continua a sostenere Cota”
VERA SCHIAVAZZI
Domani in Tribunale Michele e Carlo Giovine si troveranno di fronte anche a un nuovo e imprevisto avversario: il leader radicale Marco Pannella. L´annuncio della costituzione di parte civile verrà dato questa mattina nella sede dell´associazione “Aglietta”, dai militanti del partito (Giulio Manfredi e Silvio Viale) e dall´avvocato Alberto Ventrini. «La nostra è una battaglia a sostegno della legalità – spiega Viale – che facciamo in coerenza alle critiche portate avanti da anni sull´operato del consigliere regionale dei Pensionati per Cota, Michele Giovine. Già in passato si era reso responsabile di una vicenda analoga a quella delle false firme dei candidati per la quale ora deve rispondere in sede penale». Ma a firmare l´atto non saranno i radicali piemontesi, ma Pannella in persona: un gesto politico e una scelta tecnica, poiché è lui il rappresentante legale della lista. Anche “Insieme per Bresso”, l´associazione-lista che nella scorsa primavera aveva dato vita ad una delle undici formazioni elettorali che sostenevano la presidente uscente, sarà parte civile: a costituirsi è il presidente Francesco Romanin, che sarà rappresentato dall´avvocato Gian Paolo Zancan. Manca invece il Pd, che pure aveva valutato questa ipotesi, che è poi stata accantonata dalla segreteria regionale.
Le parti civili non hanno il potere di opporsi all´eventuale richiesta di patteggiamento di Michele e Carlo Giovine. Possono però, e lo faranno, aggiungere la loro voce a quella della pubblica accusa, sottolineando il danno che il comportamento del consigliere e di suo padre – se confermati dal processo – avrebbero portato al regolare svolgersi delle elezioni regionali e dunque all´intera comunità piemontese.
«Le responsabilità – sottolinea Viale – sono penali ma anche politiche. Non dimentichiamo che Giovine continua a sostenere regolarmente, col suo voto, la giunta di Roberto Cota. Da anni proponiamo una maggiore trasparenza e un´anagrafe degli eletti. Se i precedenti comportamenti di questa persona fossero stati maggiormente penalizzati, ancorché nel 2005 il reato di falso elettorale fosse provvisoriamente sanzionato solo con un´oblazione, forse molti elettori non avrebbero ridato fiducia alla sua formazione politica. Ed è difficile pensare che il presidente leghista, il suo partito con le sue pretese demagogiche di rigore e i suoi alleati non sapessero con chi avevano a che fare quando, in primavera, hanno accettato il suo sostegno». Un sostegno che, ha invece raccontato più volte l´interessata, è stato rifiutato dal centrosinistra, così come fu la stessa Bresso a chiedere a Silvio Viale di non candidarsi nella lista radicale per non suscitare un eccessivo malcontento tra gli alleati cattolici.