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Primarie Pd, il patto della bancarella

“La Repubblica”, DOMENICA, 06 FEBBRAIO 2011

Pagina IX – Torino

I cinque candidati: “Non dimentichiamoci l´obiettivo: battere il centrodestra”

SARA STRIPPOLI
La pensionata che vota il centrosinistra si lamenta dei suoi coetanei che poche centinaia di metri più in là si sono lasciati attirare dai richiami del gazebo della Lega: «Non so proprio come facciano ad andare con quei padani». La sfida elettorale, quella vera in programma a maggio, parte dal mercato con una stretta di mano: «l´obiettivo, non si dimentichi, è battere il centrodestra». E in corso Racconigi all´angolo con Peschiera, crocevia colorato e rumoroso del vecchio quartiere operaio di Borgo San Paolo, la gente passa con i sacchetti pieni e accoglie i cinque candidati del centrosinistra con un misto di curiosità e diffidenza. Chi transita da quelle parti si ferma ad ascoltare, stringe la mano all´uno all´altro (Fassino senza dubbio il volto più popolare), pretende risposte su stranieri, cittadinanza, lavoro, assistenza sociale. Mentre sui banchetti verde-rossi del Pd crescono a dismisura le firme per mandare a casa Berlusconi (500 firme in poche ore e c´è persino un signore che chiama casa per avere rinforzi), Michele Curto, Piero Fassino, Davide Gariglio, Gianguido Passoni e Silvio Viale sottoscrivono il programma con la stilografica, uniscono le mani (immortalati a futura memoria quando ricominceranno le polemiche) e svelano le loro diversità. Battute e previsioni rimangono ai margini. Lì dove un gruppetto si riunisce attorno al vecchio sindaco Diego Novelli, qualcuno si accalora e alza la voce all´aria aperta come si faceva nella politica di un tempo. Al centro telecamere e macchine fotografiche riprendono i candidati. Michele Curto di «Terra del Fuoco» è il più giovane e non resiste alla tentazione di aggiungere alla sua firma al programma la dicitura «per presa visione», piccola polemica per dire che la questione Tav resta aperta. La scelta rimbalza su facebook e la segretaria provinciale Paola Bragantini chiude la questione concordando di tirare una riga rossa sulla frase che potrebbe sollevare possibili future polemiche. Piero Fassino ricorda l´importanza della partecipazione al voto del 27 febbraio e dice «che è fondamentale parlare ogni giorno con i cittadini, ascoltarne i bisogni e le esigenze»; Davide Gariglio loda lo strumento delle primarie: «in un momento in cui la legge elettorale ha scippato i cittadini della possibilità di scegliere, questa sfida torinese è una prova di coinvolgimento». Gianguido Passoni sottolinea l´inevitabilità di affrontare il nuovo caso Fiat e ricorda le cifre della disoccupazione giovanile che a Torino è del 32 per cento contro una media nazionale del 28. Poi attacca il federalismo «burla» della Lega. Silvio Viale parla di un buon inizio di un gioco di squadra: «Siamo tutti diversi, parlano le nostre storie, ma da 20 anni questa città è stata bene amministrata».