La Cassazione non ha affatto affermato che il crocifisso sia il simbolo della nostra identità culturale. E’ il sindaco di Roma che ha perso il senso della propria religione.
Questa la replica di Silvio Viale, presidente di Radicali Italiani, all’entusiasmo con cui la Cassazione ha confermato la rimozione del giudice Luigi Tosti.
Silvio Viale ha proseguito:
La Cassazione non ha affatto negato il principio di laicità, né ha affermato che sia un dovere esporlo. Ha solo preso atto che, in assenza di interventi del legislatore, una legge fascista prevede la possibilità di appendere solo il crocifisso. Non può certo sfuggire che le argomentazioni della Cassazione, pur condannando il comportamento specifico di Tosti, aprono a strada a non mettere più alcun simbolo religioso nei luoghi pubblici per salvaguardare il principio di laicità di ognuno, lasciando libero Alemanno di appendersi un bel crocifisso settecentesco sulla giacca. La questione riguarda i diritti dell’uomo e il rapporto paritario tra i cittadini. Non mettere simboli religiosi, lasciando solo quelli di valore storico, nei luoghi pubblici è un segno universale di rispetto e di tolleranza, ha un valore fortemente educativo, che non chiede a nessuno di rinunciare alla propria identità. Ridurlo ad una suppellettile blasfema non è certamente un bel segno verso chi lo adora nelle proprie chiese e nelle proprie case e rischia di legittimare i pretesti per le persecuzioni identitarie alla rovescia dove i cristiani sono in minoranza. Non è nascondendosi dietro il crocifisso che Alemanno può recuperare il senso pubblico della propria religione.
Torino, 14 marzo 2011.