POLEMICHE STRUMENTALI. IN ITALIA NON C’E’ NEMMENO UN REGISTRO SULLE MORTI IN GRAVIDANZA.
“Che si tratti di polemiche strumentali è dimostrato dal fatto che il sottosegretario Roccella non si è mai curata di istituire un registro per le morti in gravidanza e ora, senza nemmeno conoscere le circostanze precise, prende a pretesto la morte d una ragazza portoghese per difendere il boicottaggio della RU486 in Italia. Perché non ne parla con il ministro della sanità portoghese? Perché non si informa? ”
Questa la reazione di Silvio Viale, il responsabile del servizio di IVG dell’Ospedale S’Anna di Torino che nell’ultimo anno ha effettuato oltre mille procedure con la RU486 e che nei giorni scorsi ha tentato di consegnare a Cota le mille scatole vuote.
Silvio Viale ha precisato:
“Non conosco nel dettaglio il caso, ma la notizia era nota e non aggiunge nulla alla questione delle morti da Clostridium Sordelli, per e quali la FDA e l’EMA hanno escluso un nesso causale con la RU486. Capisco che Eugenia Roccella e la stampa antiabortista, che trascurano di dare notizie sulle morti in gravidanza, siano pronte a scatenarsi per un caso di aborto, ma da un sottosegretario alla sanità ci si dovrebbe aspettare un maggiore rigore scientifico e non solo polemiche strumentali senza pudore. Peraltro, ancora una volta, indipendentemente dalla sua relazione con la RU486, il decesso si è verificato successivamente ai tre giorni di ricovero obbligatorio, con cui si vuole boicottare l RU486, per cui è assolutamente ridicolo il richiamo al rispetto del ricovero fatto dal sottosegretario. La mortalità per aborto medico è 0,7 per centomila, 10 volte minore di quella in gravidanza. Assolutamente fantasioso è, poi, l’elenco di 32 morti. Come l’esperienza italiana sta dimostrando, si tratta di un metodo sicuro. Talmente sicuro che non sono stati ancora resi noti i dati, nonostante ben quattro rilevazioni trimestrali. Del resto non è ancora stata nemmeno resa nota la relazione annuale sulle IVG che la 194 prevede sia fatta entro febbraio. Da medico non temo le “bugie” degli antiabortisti e in questi dieci anni di battaglie, ogni volta che è un vero comitato scientifico ha potuto pronunciarsi, ho sempre avuto ragione. Ricordo solo ai bugiardi e ai giornalisti che i sintomi non sono dovuti alla RU486, ma che il vero farmaco abortivo è la prostaglandina che si assume il terzo giorno. In attesa di avere più elementi, sono davvero addolorato per la ragazza portoghese, ma i guai per le donne sarebbero molto più gravi se vincessero gli antiabortisti.”
Torino, 13 maggio 2011.