Dichiarazione di Salvatore Grizzanti (Radicali Italiani):
Dalle prime indiscrezione sembra che dovremo dire addio alla nostra Provincia, non ne faccio una questione campanilistica ma utilizzare come unico criterio per la soppressione il numero di abitanti senza tener conto delle particolarità do ogni territorio è qualcosa di assurdo. Se le province sono enti inutili lo sono tutte ma a maggior ragione lo sono quelle con tanti abitanti dove esistono aree metropolitane e gli organi di governo si accavallano non quelle che servono a tenere unito un territorio fatto di tante piccole realtà, quindi avrebbe più senso abolire la provincia di Torino che non quella di Asti.
Per quanto riguarda i comuni è ancora peggio, un conto è favorire le unioni, un conto è accorpare dall’alto con un’operazione centralistica senza precedenti. Alla faccia della Lega!
Ci troviamo oggi a pagare il conto di una partitocrazia che ha creato il terzo debito pubblico del mondo al fine di poter sopravvivere lei stessa: I Radicali sono stati tra i primi a denunciare l’irresponsabilità di una classe politica che finanziava con soldi pubblici la stabilizzazione corporativa di una società attraversata da crescenti domande di assistenzialismo e da illusioni fiscali che annebbiavano il buon senso economico della società civile e, purtroppo, son stati facili premonitori.
Ovviamente, da radicale, io avrei fatto una manovra completamente diversa cominciando dal taglio dei privilegi del Vaticano a cominciare dall’otto per mille e dalle esenzioni su Ici e Ires fino alla legalizzazione (e conseguente tassazione) della vendita di cannabinoidi e dell’esercizio della prostituzione ma di tutto questo, ovviamente, questo governo “devoto” non ne vuol sentir parlare, tutto a danno degli italiani e degli astigiani.