Il comunicato appositamente fatto dal Capo Dipartimento Politiche Antidroga, Giovanni Serpelloni, per stigmatizzare l’intervista rilasciata alcuni giorni fa al TG1 da Vasco Rossi la dice lunga sul cinismo e sull’ipocrisia della tecnocrazia proibizionista, di cui Serpelloni è degno rappresentante. Invece di annotare positivamente il fatto che Vasco Rossi si è posto pubblicamente in discussione, rifuggendo e rifiutando di essere considerato un mito e rivelando tutte le sue debolezze e paure di uomo fra gli uomini, Serpelloni stila una specie di referto medico, affermando che “le pericolose abitudini non salvano la vita”, bollando l’intervista come “patologica” e rinfacciando alla TV di stato di avere veicolato un cattivo messaggio per le giovani generazioni. Ma se fosse coerente con la sua furia censoria, Serpelloni dovrebbe additare al pubblico ludibrio le “pericolose abitudini” del presidente del Consiglio, che sicuramente forniscono ai giovani e alle giovani italiane ben più cattivo esempio delle parole sincere di Vasco.
A riprova del cinismo e dell’ipocrisia di Serpelloni possiamo portare il comunicato che sul sito del Dipartimento Antidroga precede quello di cui abbiamo parlato, in cui si esalta la Regione Calabria per aver recepito il Piano Nazionale Antidroga 2010-2013. La Calabria è la regione con la peggiore sanità d’Italia (e il settore della cura e prevenzione delle tossicodipendenze non fa eccezione). A Serpelloni non importa andare a indagare come, concretamente, la Regione Calabria assiste i suoi poveri cittadini con problemi di dipendenza; gli basta che abbia recepito sulla carta l’ennesimo “Piano Antidroga” prodotto a Roma.
Buon Ferragosto, Prof. Serpelloni!
Dichiarazione di Marco Perduca (senatore radicale/PD) e Giulio Manfredi (vice-presidente Comitato nazionale Radicali Italiani)