Dichiarazione di Marco Perduca senatore radicale, co-vicepresidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito e Giulio Manfredi, co-vicepresidente del comitato di Radicali Italiani
Lo scambio annunciato di posti fra Putin e Medvedev rappresenta una pietra tombale sulle speranze di cambiamento democratico non solo in Russia ma anche nel Caucaso. Zar Putin prenota il trono del Cremlino fino al 2024, puntando al raggiungimento di 25 anni di potere ininterrotto sulla vita di 140 milioni di russi. L’amico Berlusconi muore di invidia.La “democratura” (democrazia formale + dittatura sostanziale) russa guarda sempre più al modello cinese, voltando le spalle alle democrazie occidentali. Sarà difficile per Putin raggiungere i livelli economici di Pechino: nel 2010 e nel primo trimestre del 2011 dalla Russia sono stati esportati illegalmente 5.000 miliardi di rubli (125 miliardi di euro); la fuga di capitali è dovuta all’insostenibile livello di corruzione (negli ultimi anni il volume di una tangente media è aumentato di 10 volte), ai tassi di interesse bancari proibitivi, alla sensazione diffusa nel business internazionale che il sistema giuridico russo non è in grado di tutelare i diritti di propiretà (il “caso Yukos” è esemplare). A ciò si aggiunga il graduale e inesorabile invecchiamento della popolazione.La prospettiva di una Russia sempre più vecchia, nazionalista e xenofoba rappresenta una minaccia a lungo termine per l’Occidente, almeno per quella sua parte non ancora asservita a Mosca. Anche di questo dovrà occuparsi la prossima seconda sessione del Congresso del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito.