Domani la Corte Costituzionale è chiamata ad affrontare la questione del procedimento di verifica della legittimità delle elezioni regionali piemontesi dello scorso anno, sollevata presso il Consiglio di Stato.
A seguito dei risultati elettorali dell’aprile 2010 erano stati presentati quattro ricorsi al Tar del Piemonte contro le liste “Al Centro con Scanderebech” (oltre 12.000 voti), “Consumatori” (quasi 3.000), “Verdi-Verdi” (circa 32.000 voti) e “Pensionati per Cota” (oltre 27.000 voti). Ai ricorsi si era affiancato anche Marco Pannella a nome e per conto della lista Bonino – Pannella, che aveva sostenuto la candidata Presidente Bresso.
Dopo l’incredibile decisone del Tar, che aveva rigettato i ricorsi contro I Verdi-Verdi e contro la lista di Scanderebech, ma aveva accolto in parte le richieste sulle alter due disponendo di contare nuovamente oltre 15.000 schede, ora la Consulta è chiamata a dichiarare la legittimità costituzionale di un procedimento che non permetterebbe al giustice amministrativo, chiamto a decidere con urgenza in material elettorale, di poter dirimere questioni dal profilo civile o penale.
Nel frattempo, Michele Giovine, rieletto consigliere regionale, è stato condannato in primo grado – con il padre – per aver falsificato delle firme delle accettazioni di candidatura della propria lista “Pensionati per Cota”, e quindi si è appurato che effettivamente le irregolarità sinora accertate sarebbe tali da incidere sull’esito stesso della proclamazione del Presidente eletto, Roberto Cota.
Bruno Mellano, componente della Direzione nazionale di Radicali Italiani, ha dichiarato:
Per noi radicali la decicione della Consulta ha un triplice valore: in primis, nello specifico delle elezioni regionali piemontesi, perchè vengano riconosciuto l’interesse soggettivo di Mercedes Bresso e delle liste che l’avevano appoggiata, tra cui la lista Bonino-Pannella; in secondo luogo, come viatico per la battaglia parallela di Marco Cappato e dei radicali milanesi, la cui meritoria battaglia di legalità giunge ora ad intrecciare il proprio percorso con i ricorsi piemontesi, arrivando anch’essa al nodo della Corte Costituzionale. And last but not least, la decisione di domani può rendere per un attimo palese ed evidente il senso di una lotta pluridecennale contro la peste partitocratica italiana ed accendere qualche lampadina di riflessione e di riconoscimento per le battaglie dei radicali. Se scoppierà il bubbone della legalità elettorale, forse qualche cittadino italiano potrà infine sapere quanto poco “eccessive” erano le denunce dei radicali, di Marco Pannella e di Emma Bonino, Emma che iniziò quella campagna elettorale con uno sciopero della fame e della sete per segnalare al Presidente della Repubblica – ed almeno ai compagni di strada di quella campagna elettorale – che c’era del “marcio”, non in Danimanìrca, ma a Roma, a Milano, a Torino…nell’ordinaria gestione illegale della tornata elettorale regionale.