Vai al contenuto

Torino, effettuate visite a Cie, Ferrante Aporti e camere di sicurezza della Polizia

I detenuti di Asti si uniscono all’iniziativa nonviolenta di sciopero della fame a sostegno della nomina del Garante regionale dei detenuti

Una delegazione radicale composta dal Senatore Marco Perduca, da Bruno Mellano (Diregente del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito), Giulio Manfredi (Direzione Nazionale Radicali Italiani), Igor Boni (Giunta di segreteria Radicali Italiani) e Domenico Massano (Associazione radicale Adelaide Aglietta) hanno visitato il Carcere minorile Ferrante Aporti, le camere di sicurezza della Polizia di Stato del Commissariato Borgo San Paolo e il CIE di Torino.

I dati registrati
Ferrante Aporti
24 presenti tra ragazzi e ragazze più 3 in lavoro esterno
8 educatori
38 agenti di polizia penitenziaria
Nel 2011 complessivamente ci sono stati 108 ingressi e 106 uscite
Tempo medio di permanenza: circa 2 mesi
Camere di sicurezza
6 camere di sicurezza: sono senza finestre e porte blindate con spioncino, in ognuna due materassi con coperta. Il bagno è fuori.
Dal 22 gennaio 138 passaggi (il tempo limite delle 48 ore è stato sempre rispettato)
Mancano totalmente ad oggi dati su quanti di quelli reclusi nelle camere di sicurezza sono finiti in carcere e quanti sono stati rilasciati
CIE
113 presenti di cui 96 uomini e 17 donne
35 sono marocchini, 17 tunisini, 14 nigeriani, 7 senegalesi. Numerose altre nazionalità rappresentate come Gabon, Perù, Cina, Siria, Moldavia.
Metà arrivano dalla provincia di Torino e metà da fuori
Nel 2011 970 ingressi, 610 rimpatriati (aumento di 200 rimpatri rispetto al 2010)
Nel 2012 fino ad oggi 276 entrate e 118 rimpatriati
Permanenza media di circa 40-50 giorni. La persona da più tempo reclusa nel CIE ha raggiunto i 219 giorni
45 operatori della Croce Rossa e ben oltre 100 tra Carabinieri, Finanzieri ed Esercito
5 mediatori culturali e 2 psicologi
Appalto vinto dalla Croce Rossa per 1.350.000 euro all’anno per tre anni

Dichiarazione di Marco Perduca

L’assurdità del CIE è rappresentata innanzitutto dal fatto che chi è recluso nella struttura non ha commesso alcun reato. A Torino, come altrove in Italia, si vedono gli effetti deleteri delle leggi Fini-Giovanardi e Bossi-Fini che sono la prima delle cause del sovraffollamento. Chiunque visiti il CIE di Torino, sicuramente ben gestito, si trova di fronte a storie di persone che hanno visti violati dallo Stato italiano i propri diritti e che non hanno la minima idea di quale sarà il loro futuro. Che non vi sia alcuna certezza del diritto in Italia lo denunciamo da sempre, nel mondo delle carceri la violazione dei diritti umani è purtroppo la regola. Prendiamo atto con favore che la nostra proposta di far entrare i giornalisti nei CIE è stata accolta perché solo la conoscenza da parte dei cittadini della realtà può costringere questo Parlamento a compiere atti di responsabilità.

Igor Boni e Giulio Manfredi hanno aggiunto

Mentre nelle carceri regionali prosegue una situazione intollerabile, con l’eccezione positiva del Ferrante Aporti, e mentre nel CIE di Torino intere ali non sono più utilizzabili per i danneggiamenti dei giorni scorsi, la Regione dovrebbe avere la responsabilità di fare quanto deve: nominare il garante regionale delle carceri. Ringraziamo la Direttrice del Ferrante Aporti, Gabriella Picco, che ha aderito all’appello di Emma Bonino per la nomina del Garante e soprattutto ringraziamo i quasi 100 detenuti del carcere di Quarto d’Asti che, insieme a noi, digiuneranno a staffetta per chiedere al Consiglio regionale di dare attuazione alla legge del dicembre 2009 che imponeva la nomina del Garante regionale delle carceri.