Il presidente di Radicali Italiani Silvio Viale, consigliere comunale a Torino eletto nel PD, ha presentato una interpellanza (allegata) per chiedere che sia abolito il campo feti e che le sepolture degli aborti con le medesime modalità delle altre sepolture solo in presenza della richiesta degli aventi diritto.
Con questa richiesta il ginecologo torinese, noto per le vicende della Ru486 e dell’applicazione della 194, intende proporre una soluzione condivisa per la sepoltura dei feti a partire dalle polemiche che hanno coinvolto molte città italiane, rifuggendo ogni strumentalizzazione.
Nel presentare l’iniziativa Silvio Viale ha precisato:
Occorre ribadire il carattere civile dei cimiteri, nel rispetto delle convinzioni religiose e morali espresse da chi chiede la sepoltura e provvede per le esequie. Le sepolture dei feti dovrebbero essere obbligatoria solo per i casi in cui vi sia stata la registrazione anagrafica (nati morti e decessi dopo la nascita), mentre per tutti gli altri casi di aborti volontari o spontanei dovrebbe avvenire solo su richiesta degli aventi diritto, non essendo possibile una divisione netta dei presupposti psicologici delle due categorie. Proprio per il massimo rispetto delle convinzioni, religiose o non religiose, di chi la richiede, la sepoltura dei feti dovrebbe avvenire con le stesse modalità e negli stessi campi in cui avvengono le altre sepolture. Ne consegue che, soprattutto dopo l’eliminazione del Limbo dalla tradizione della teologia cattolica, non vi sono più ragioni religiose per una sepoltura separata in territorio neutro dei feti afferenti alla religione cattolica, mentre i feti di altre religioni sono già sepolti nei campi speciali di riferimento. Chiedo quindi che il Comune di Torino abolisca il campo feti e superi le imposizioni ideologiche che, nell’ultimo decennio, lo hanno indotto a procedere alla inumazione di tutti feti (anche quelli senza la richiesta dei genitori) fino al 2011 e ora alla tumulazione di tutti i feti.
Poiché la legge prevede il conferimento al cimitero di tutti i prodotti abortivi tra le 20 e le 28 settimane si ritiene corretto che si proceda rispettivamente alla inumazione, alla tumulazione e alla cremazione quando vi sia una richiesta di una modalità di sepoltura, mentre si proceda alla cremazione dei feti per i quali non vi sia stata alcuna richiesta con la dispersione delle ceneri nel Roseto della Rimembranza. Lo stesso dovrebbe avvenire per gli eventuali prodotti abortivi di epoca inferiore a 20 settimane che dovessero essere conferiti al cimitero senza alcuna richiesta degli aventi diritto, tenendo presente che la legge, un assenza di richiesta di sepoltura, prevede in questi casi l’incenerimento al pari delle parti anatomiche non riconoscibili (placente, pezzi operatori, materiale biologico).
Auspicando che la legge preveda la sepoltura obbligatoria solo in caso di registrazione anagrafica e la permetta su richiesta in tutti i casi di aborto spontaneo o volontario, sono convinto che Torino possa diventare un modello per le altre città, un modello non ideologico e rispettoso di tutte le convinzioni evitando di farsi condizionare da polemiche strumentali e pregiudiziali contro la 194.