Mentre a Roma si svolgerà la II Marcia per l’Amnistia, la Giustizia e la Libertà organizzata dal Partito Radicale, ad Asti Salvatore Grizzanti, segretario dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta e candidato al Consiglio comunale nella lista Pd, parteciperà al corteo con un cartello con su scritto: AMNISTIA, GIUSTIZIA, LIBERTA’.
Dichiarazione di Salvatore Grizzanti:
Sotto il regime fascista non era possibile conoscere il numero dei suicidi, degli omicidi, delle violenze perpetrate nelle carceri italiane.
Sotto il regime post-fascista partitocratico che ha preso il nome di “Repubblica Italiana” i cittadini possono conoscere, per esempio, il numero dei suicidi e, più in generale, delle morti nelle carceri italiane: solamente dall’anno 2000 al 17 aprile 2012 le morti in carcere sono state 1.987, di cui 710 suicidi (fonte: Centro Studi di “Ristretti Orizzonti”). Sarebbe interessante se gli storici potessero verificare se i vent’anni di regime fascista abbiano prodotto una tale strage di diritto e di persone.I cittadini italiani, a partire dalle maggiori cariche istituzionali, sanno; alcuni di questi cittadini hanno il potere per cambiare le cose. Non succede nulla. Non cambia nulla. E questo nonostante il primo cittadino della Repubblica Italiana, il presidente Giorgio Napolitano, una volta conosciuti questi dati, abbia dichiarato pubblicamente, fra l’altro, il 28 luglio 2011: “La questione del sovraffollamento nelle carceri è un tema di prepotente urgenza sul piano costituzionale e civile … una realtà che ci umilia in Europa e che ci allarma per la sofferenza quotidiana di migliaia di esseri umani in condizioni che definire disumane è un eufemismo …”.
Succede anche che in Piemonte una legge regionale (la n. 28 del 2 dicembre 2009), che ha istituito il garante regionale delle carceri, non sia mai stata attuata. Anzi, la maggioranza di centro-destra vuole abolirla o, comunque, stravolgerla.
Sarò al corte, ad Asti, per cercare di informare i cittadini sullo sfascio della giustizia civile e penale (140.000 prescrizioni “di classe” Italia nel 2011, di cui 11.000 in Piemonte e Valle d’Aosta) e per fargli sapere che la lotta di liberazione dal regime post-fascista partitocratico non è certo finita; per tale lotta un 25 aprile è ancora di là da venire.