I radicali propongono di accorpare il referendum piemontese sulla caccia con le prossime elezioni politiche del 2012, prevedendo che la nuova legge regionale non soddisferà le richieste del comitato promotore e che la magistratura non potrà non riconoscere il diritto al pronunciamento popolare. Per i radicali, che fanno parte del comitato promotore che raccolse le firme 25 anni fa, il referendum sarebbe inevitabile e si tratterebbe solo di un rinvio.
Silvio Viale, presidente di Radicali Italiani, e Salvatore Grizzanti, segretario dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta, hanno dichiarato:
Capiamo e condividiamo le preoccupazioni per i 22 milioni che si dovrebbero spendere per il referendum del 3 giugno, ma facciamo osservare come l’accorpamento con le elezioni politiche tolga ogni alibi, poiché i costi aggiuntivi sarebbero minimi e si rispetterebbe il diritto al pronunciamento popolare. Vogliamo proprio vedere con che faccia il presidente Cota e l’assessore Sacchetto possano opporsi ad una soluzione che permetterebbe al popolo padano di pronunciarsi senza spendere soldi in più? Non siamo certamente noi a temere il pronunciamento del popolo padano sui limiti per la caccia in Piemonte.
Torino, 4 maggio 2012.