Marco Perduca (senatore radicale) e Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani):
Siamo sinceramente ammirati e invidiosi dell’instancabile attivismo di Giovanni Serpelloni, Capo del Dipartimento Antidroga: vola in Svezia a firmare l’ennesima dichiarazione contro la legalizzazione delle droghe, che testimonia indirettamente come lor signori non sanno più a che santo votarsi contro il traffico di droghe garantito dal loro amato proibizionismo e allora è più facile illudersi e illudere ancora gonfiando i muscoli contro l’alternativa antiproibizionista; gira l’Italia a propagandare le sue linee guida su “Droga e Carcere”, che oltre a riportare semplicemente quello che la legislazione già prevede sono servite per riassumere il “Serpelloni pensiero; collabora sempre più saldamente con gli americani del NIDA, il bastione scientifico del proibizionismo USA.
In tutti i suoi comunicati Serpelloni non manca di ricordare che la delega sulle tossicodipendeze è affidata al Ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione Andrea Riccardi.
Ma Riccardi dov’è? Cosa pensa in tema di tossicodipendenze? O Serpelloni pensa per conto suo?
Un esempio per tutti: un mese fa il Segretario di Radicali Italiani ha scritto al presidente del Consiglio e al Ministro Riccardi, ricordando loro che – ai sensi dell’art. 1, comma 15, del D.P.R. 309/1990 – il governo deve convocare entro fine anno la Sesta Conferenza nazionale sulle Droghe: nessuna risposta.
Staderini ha sbagliato indirizzo? Doveva scrivere a Serpelloni?