Radicali italiani, in collaborazione con la CGIA di Mestre, Imprese Che Resistono e Radio Radicale, promuove, il 17, 18 e 19 luglio, una tre-giorni di mobilitazione nazionale per le piccole imprese e l’occupazione. Al centro dell’iniziativa, la raccolta firme sull’appello al governo “Liquidità alle imprese, più ossigeno al Paese”.
Oggi Salvatore Grizzanti, Igor Boni e Nicola Vono, rispettivamente segretario, presidente e tesoriere dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta hanno scritto ai vertici delle organizzazioni di categoria piemontesi che rappresentano le piccole e medie imprese per chiedere un sostegno alle proposte radicali nei confronti del Governo Monti.
I Radicali chiedono al Governo di intervenire con urgenza sui seguenti temi, per scongiurare una ulteriore moria di imprese, con gli elevati costi sociali ed economici che ne conseguono:
- Tempi di pagamento certi: le PMI-Davide si possono ancora difendere dalle grandi imprese-Golia? Si dà atto al Governo di avere iniziato ad affrontare concretamente, ancorché in ritardo, il problema dei ritardati pagamenti della Pubblica Amministrazione. Si chiede di rendere certi i tempi di pagamento anche nei rapporti tra privati, che rappresentano la parte più consistente – e taciuta – del problema.
- Iva per cassa: oltre al danno, la beffa. Stato a due facce: puntuale all’incasso, latitante quando deve pagare, così come le grandi imprese, capaci di fare anche di peggio. L’Iva si scarichi dopo aver pagato, e si versi dopo aver incassato.
- Spalmadebiti: le imprese hanno bisogno di liquidità. La crisi ha spiazzato le aziende più dinamiche e sane, colpendo soprattutto quelle che avevano investito sul futuro dell’azienda e dei propri lavoratori. Il calo di fatturato non permette più di far fronte agli impegni presi in passato. Le mutate condizioni economiche e la mancanza di liquidità le sta portando alla chiusura, o tra le braccia dell’usura. È necessario prorogare i termini per il rientro dei mutui già contratti, senza costi aggiuntivi.
Equitalia: salvare gli onesti. Chi mette a bilancio i debiti nei confronti dello Stato non è un evasore, ma un imprenditore – onesto – con problemi di liquidità. Si garantisca il loro pagamento solo con gli interessi legali e senza ulteriori penalizzazioni.