Vicende come quelle di Bologna – un parto estremamente precoce a domicilio di una gravidanza segreta – prima che le polemiche sull’aborto, dovrebbero stimolare una discussione sul perchè una donna porti avanti una gravidanza senza dirlo a nessuno, nemmeno al parroco o al Movimento per la Vita. Il MpV dovrebbe vergognarsi di polemizzare a prescindere, senza aspettare di conoscere i fatti e gli esiti degli esami.
Questo il commento del ginecologo Silvio Viale, presidente di Radicali Italiani e uno dei medici più impeganti sul tema dell’aborto.
Silvio Viale, che è responsabile pre le IVG all’ospedale S.Anna di Torino, ha aggiunto:
Non mi stupirei se alla fine l’unico reato contestabile alla donna sia quello di non avere conferito al cimitero la salma del primo gemello, obbligatoro sia in caso di aborto dopo le 20 settimane e sia in caso di deceduto successivamente alla nascita. Le ipotesi di aborto al di fuori delle procedure della 194 o, peggio ancora, di infanticidio devono trovare quelle conferme che al momento non ci sono. E’ molto probabile che il travaglio abortivo sia iniziato spontaneamente e che la donna sia stata accompagnata all’ospedale senza che nessuno, nemmeno la donna stessa, sapesse che la gravidanza fosse gemellare. Così, mentre il secondo gemello è da considerasi un parto prematuro con neoanato deceduto succesivamente, il riscontro autoptico dovrebbe spiegare se si è trattato di un aborto o un parto prematuro. Anche in caso di parto prematuro a 22 settimane, la morte successiva alla nascita non dovrebbe essere imputata automaticamente alla madre, come è tragicamente confermato dalla nascita e dalla morte del secondo gemello in ospedale. In ogni caso la donna merita rispetto. Non merita le polemiche impietose del MpV e della Curia, come se fossimo nel meioevo al cospetto dell’inquisizione.