L’unico merito di Nosiglia è di avere sdoganato la parola “declino”, che non sentivamo più pronunciare da quando Torino iniziò a non essere più la “Città della FIAT”, ma per rendersene conto del rischio di declino ai “laici del PD” sarebbe bastato dare un’occhiata alle casse comunali, provinciali e regionali. Invece ci sembra che il buon Nosiglia venga strumentalizzato per beghe di partito dentro e fuori la festa del PD.
Ad affermarlo, inserendosi nel dibattito che fa da preambolo alla prossima inaugurazione della Festa provinciale del PD, sono i radicali Silvio Viale e Igor Boni, rispettivamente presidente di Radicali Italiani e dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta.
Silvio Viale, che è consigliere comunale a Torino nel gruppo del PD, ha aggiunto:
Da laico non ho alcun problema a mangiare una costina con Nosiglia alla Festa del PD o in qualunque altro oratorio cittadino. Non ho neppure alcuna remora ad ascoltare le opinioni di Nosiglia, a polemizzare o a condividerle, ma non credo che si debba pendere dai resoconti suo giornali delle omelie domenicali dell’Arcivescovo. Del resto Fassino non ha tutti i torti ad affermare che questa è una città che ha saputo reagire e che, lo penso anch’io saprà reagire. Che si andasse a governare il debito in tempi difficili per la città e per il bilancio della Città lo dicevo già alle primarie e mi fa piacere che anche i laici del PD, a lezione da Nosiglia, lo abbiano scoperto.
Igor Boni ha aggiunto:
Come si fa a non esere d’accordo con chiunque dica che ci vuole un forte impegno per evitare il rischio di un declino della città? Perchè, se non lo avesse detto Nosiglia, i laici del PD non se ne sarebbero accorti? Il rischio di declino c’è e non è assolutamente una peculiarità torinese. Non sarà un declino morale, magari neanche culturale, ma c’è sicuramente il rischio di un declino economico e sociale. Anche i servizi che venivano garantiti difficilmente potranno continuare ad essere garantiti allo stesso modo.
Spesso i politici si ostinano a dare il messaggio che si possa andare avanti come se nulla fosse. Il rischio di declino c’è, ma va governato senza il timore di dire ai torinesi la verità.