Dichiarazione di Salvatore Grizzanti, segretario dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta
Di fronte alla decisione del giudice Roberto Arata di scarcerare lo studente arrestato per quattro piantine di marijuana viene proprio da dire “c’è un giudice a Torino…”. Peccato che non sempre sia così e che la legislazione proibizionista italiana è la causa di un vero e proprio bollettino di guerra quotidiano per quanto riguarda arresti per reati legati alla cosiddetta droga.
Proprio ieri noi Radicali abbiamo fatto notare che il Dipartimento politiche antidroga del governo ha sfornato l’ennesimo sito web in cui, per la prima volta, si classificano come droghe alcool e tabacco… peccato che queste due droghe siano commercializzate con tanto di bollino della Repubblica Italiana!
Allo studente ed alla sua famiglia, come a tutte le vittime della legislazione criminogena italiana, va tutta la solidarietà mia e dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta: chi coltiva in casa propria piante di cannabis evita di dare soldi alla criminalità organizzata consumando ciò che produce ma lo Stato lo arresta. Chi è il vero criminale?
Infine mi chiedo perché lo stesso Stato che prende gli “sfigati” fa poi finta di niente di fronte all’azione della deputata radicale Rita Bernardini che il 18 giugno, durante una conferenza stampa alla Camera dei Deputati, ha piantato alcuni semi di marijuana in tre vasetti, cosciente del fatto, lo ha detto lei stessa, che il reato di coltivazione di sostanze stupefacenti inizia con la posa dei semi e le sanzioni massime vanno da 6 a 20 anni di reclusione, con multe da 26mila a 260mila euro. Da quel giorno la deputata ha spostato i vasi incriminati sul terrazzo di casa sua documentando giorno dopo giorno su Facebook lo stato di crescita delle piante. Perché lei non viene arrestata?