In merito all’articolo di oggi su LA STAMPA (pag. 54 Cronaca di Torino) “La storia mai raccontata dei parti segreti” è intervenuto Silvio Viale, che è ginecologo all’Ospedale Sant’Anna e consigliere comunale a Torino, per ricordare come spesso la gravidanza non riconosciuta non sia proprio una scelta, per sottolineare come si debba tutelare meglio il segreto e per chiedere che sia rimossa l’inutile e controproducente “ruota degli esposti” del Sermig.
Silvio viale ha diffuso la seguente nota:
I casi delle donne che non riconoscono il neonato sono sporadici e le loro storie peculiari. Spesso sono state costrette a portare avanti la gravidanza perchè non hanno più potuto fare l’aborto, altre volte non riconoscono il neonato perchè è cambiata la situazione familiare, quasi mai perchè non hanno voluto abortire. Sono storie che meritano il rispetto e il segreto, mentre oggi rimane il nome sui computer ed è sufficiente un incrocio di dati per scoprirlo. Bisogna che la donna sia anonima e non rintracciabile anche negli archivi computerizzati. A nullla servono le ruote, se non per la propaganda ideologica. Sono un incoraggiamento a tenere nascosta la gravidanza, a partorire in clandestinità, facendo correre più rischi sia alla madre che al neonato. Dobbiamo fare in modo che le donne si rivolgano fiduciose ai servizi e non siano tradite da questi, oggi come nel futuro, che siano assistite e tutelate. Grazie ad una discreta applicazione della 194 sono poche e possono esere assistite adeguatamente. Chiedo al Sermig di rimuovere quella “ruota degli esposti”, che non fa onore alla sua tradizione di solidarietà e comprensione. Perchè mai una donna dovrebbe avere paura di rivolgersi al Sermig? Provino a chiederselo. Cerchino di capire perchè mai una donna in gravidanza o con un bambino in braccio dovrebbe trovare una porta chiusa proprio al Sermig.