Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani):
Nell’intervista apparsa oggi su “La Stampa”, il presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi, ad una domanda sulla presunta “guerra economica” fatta alla Grecia, risponde: “Mi lasci dire subito che la guerra è altra cosa: morte, violenza, distruzione e molto altro di indicibile, come abbiamo visto con la seconda guerra mondiale”.
Senza andare indietro di settant’anni ma solamente di venti, l’Europa ha visto morte, violenza e distruzione al suo interno con le quattro guerre jugoslave (aggressioni del regime serbo di Milosevic a Slovenia, Croazia, Bosnia e Kosovo), durate dal 1991 al 1999, che hanno causato: 200.000 morti; l’assedio durato quattro anni a Sarajevo; Srebrenica ovvero la più grande strage di civili avvenuta in Europa dopo quelle naziste.
Per oltre dieci anni l’Unione Europea è stata alla finestra a guardare le prodezze di Milosevic; ci sono voluti Bill Clinton e Madeleine Albright per intervenire finalmente a porre termine alle stragi di diritto e di vite.
Rimuovendo le guerre jugoslave, Ciampi rimuove anche quell’operazione politico-economica passata alla storia come “affaire Telekom Serbia”, che permise al dittatore serbo Slobodan Milosevic di acquisire 784 milioni di euro dalla Telecom italiana e dalla consorella greca, che gli servirono per rinsaldare il potere e per acquisire sistemi d’arma per la guerra in Kosovo (come ampiamente documentato nel “Rapporto Torkildsen” del Tribunale Penale dell’Aja, reperibile sui siti radicali). Nel giugno 1997, all’epoca di Telekom Serbia, Ciampi era ministro del Tesoro nel governo Prodi ed in tale veste era l’azionista di maggioranza di Telecom Italia, che sarà privatizzata solamente nell’ottobre 1997.E solo un razzismo inconsapevole (e per questo ancora peggiore) ci fa dimenticare i 100.000 civili uccisi in Cecenia dalle truppe russe di Vladimir Putin e la città di Grozny completamente rasa al suolo: in Europa – perché, non dispiaccia a Ciampi e agli altri smemorati come lui, anche la Cecenia è Europa – non accadeva dal 1945 (Dresda) e 1940 (Coventry).
E’ impossibile costruire una nuova Europa se non si fa i conti fino in fondo con gli errori e le omissioni commesse dalla vecchia Europa e dai vecchi europei.