“Non faccio perdere tempo alla Camera. Perciò mi sono studiato io la legge. Quella del ’47, che sancisce le incompatibilità per i parlamentari. Dunque mi dimetto da presidente dell’aeroporto di Levaldigi”. Lo spiega l’onorevole Guido Crosetto, eletto all’inizio di settembre ai vertici della «Geac», la società di gestione dello scalo cuneese. I Radicali, pochi giorni dopo, avevano fatto una segnalazione sulla presunta incompatibilità tra l’incarico parlamentare e quello alla guida dell’infrastruttura. Segnalazione che ha fatto scattare l’istruttoria della Giunta per le Elezioni di Montecitorio. Un iter interrotto dalle dimissioni “(da “La Stampa” di oggi, cronaca di Cuneo).
La segnalazione alla Giunta delle Elezioni della Camera e alla Prefettura di Cuneo era stata inviata il 7 settembre scorso, con raccomandata A/R, da Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani) e da Salvatore Grizzanti (segretario Associazione Radicale Adelaide Aglietta), che hanno dichiarato:
Avevamo intitolato la nostra iniziativa “Onorevole Crosetto, incompatibile perfetto”; potremmo chiudere la pratica con un semplice “Onorevole Crosetto, dimissionario perfetto”. Ci corre l’obbligo, però, di alcune precisazioni, di un ringraziamento e di una tirata d’orecchi.
La legge sulle incompatibilità parlamentari è la n. 60 del 1953. Crosetto avrebbe potuto studiarsela per tempo, non farsi nominare il 4 settembre scorso presidente di “GEAC Spa” e non far così perdere tempo a noi e alla Giunta delle Elezioni. Solo quando ha ricevuto la contestazione della sua incompatibilità e ha capito che la sua poltrona a Roma era in pericolo, Crosetto ha scoperto, o ha finto di scoprire, che esistevano due articoli di legge ben precisi (artt. 2 e 6) che impediscono la doppia carica. Forse, più che la legge elettorale, in questo mese e mezzo Crosetto ha avuto modo di studiarsi i bilanci dell’aereroporto di Levaldigi e di accorgersi che la sua era una missione impossibile.
Ringraziamo la Giunta delle Elezioni della Camera per la rapidità con cui ha effettuato la contestazione a Crosetto. Tiriamo gli orecchi alla Prefettura di Cuneo, che non si è degnata di una risposta. Forse si sarebbe comportata diversamente se la raccomandata gliel’avesse spedita Crosetto.