Oggi pomeriggio Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani) è stato convocato nella caserma dei carabinieri di Via Valfrè, dove gli è stato notificata una querela per diffamazione (art. 595 codice penale) e diffamazione a mezzo stampa (596 bis C. P.), presentata il 26 ottobre da Michele Giovine, consigliere regionale Lista “Pensionati con Cota”, condannato (con il padre) in primo e secondo grado per aver falsificato gran parte delle accettazioni di candidatura della suddetta Lista alle elezioni regionale del 2010.
Marco Pannella, assistito dall’avvocato Alberto Ventrini, era parte civile nel processo contro i Giovine.
Manfredi ha dichiarato:
Non mi è stata ancora contestata la fattispecie in cui avrei diffamato Michele Giovine. Rivendico, comunque, ogni parola, ogni virgola, ogni atto da me compiuto, da solo o assieme ai compagni radicali, dal 2005 ad oggi per denunciare le illegalità compiute da Giovine sia alle elezioni regionali del 2005 sia alle elezioni regionali del 2010. Il fatto che Michele Giovine continui a sedere da sette anni nel Consiglio Regionale, lautamente stipendiato dai cittadini piemontesi, è una cosa vergognosa, degna del regime partitocratico italiano.
La sentenza della Cassazione è vicina e Giovine tenta di travestirsi da vittima. Il lupo si traveste da agnello .. ma funziona solo nelle favole.