Ieri, al termine dei lavori dell’XI Congresso di Radicali Italiani (Roma, Hotel Ergife), gli iscritti presenti hanno eletto i nuovi organi del Movimento: il segretario Mario Staderini; il tesoriere Michele De Lucia; il presidente Silvio Viale (ginecologo all’Ospedale Sant’Anna di Torino, consigliere comunale indipendente nel Gruppo PD)
E’ il terzo anno consecutivo che Viale è scelto dagli iscritti a Radicali Italiani come loro presidente ed è il terzo anno consecutivo in cui Viale prevale su candidati proposti dai dirigenti romani.
Ieri gli iscritti a RI presenti in Congresso hanno anche scelto i componenti del Comitato Nazionale; oltre a Viale è risultato eletto l’esponente radicale torinese Giulio Manfredi.
Alessandro Frezzato (26 anni, affetto da distrofia muscolare) risulta fra i primi non eletti e ha buone possibilità di entrare a far parte del Comitato grazie ai subentri.
I radicali dell’Associazione Aglietta hanno allestito in Congresso, come tutti gli anni, un banchetto dove hanno raccolto iscrizioni e hanno venduto libri e bandiere per finanziare le iniziative dell’Associazione. Hanno anche esposto dieci sacchi con centinaia di scatole usate della pillola abortiva RU486, sormontati da un cartello: “LA PILLOLA ABORTIVA RU486 IN TUTTE LE REGIONI” (vedi link con foto).
Silvio Viale, che ha presieduto il Congresso, ha dichiarato:
Ringrazio i compagni radicali per la fiducia che mi hanno accordato anche quest’anno. Come sempre, nei congressi radicali vale la regola “una testa, un voto”. Come sempre, io e gli altri congressisti siamo venuti a Roma a nostre spese, mossi solamente dalla passione per le nostre idee. Continuerò a collaborare con Staderini e De Lucia, come ho fatto negli anni passati, cercando di dare il massimo consentito dal dover contemperare il lavoro in ospedale, la famiglia, la presenza in Consiglio Comunale e le lotte radicali.
La nobiltà della politica significa per me e per i compagni dell’Aglietta impegnarsi ogni giorno, spendendo soldi, tempo e fatica. Spero che chi dice, per scaricarsi dalle proprie responsabilità, che “I politici sono tutti uguali” ammetta finalmente che non è così, che l’eccezione radicale esiste e che bisogna darle forza.