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Lettera aperta di Giulio Manfredi ai dirigenti radicali

Cari “compagni”,
apprendo dell’intesa fra Marco Pannella e Francesco Storace. Per me è la classica goccia che fa traboccare il vaso.

In questi ultimi due mesi ho assistito alla penosa eutanasia di un’organizzazione politica che ha inanellato, uno dietro l’altro, una serie di errori che non trovano riscontro in nessun altro partito.

Subito dopo il Congresso di Radicali Italiani dello scorso novembre lanciamo liste radicali in tutte le competizioni, di ogni ordine e grado; poi si passa alla riproposizione della Rosa nel Pugno; poi, con Pannella in sciopero della fame e della sete, si passa alla “lista di scopo” con una serie di autorevoli adesioni nel mondo non radicale; si finisce, cinque giorni fa, con l’invio ai militanti di liste palesemente ed esclusivamente radicali (le eccezioni confermano la regola), su cui avremmo potuto iniziare a raccogliere le firme a partire da Natale o quantomeno dalla Befana, mettendo sul piatto della trattativa con Bersani e Monti liste con firme e non, come accadrà in gran parte d’Italia, liste che non saranno presentate per mancanza di firme.

Dulcis in fundo, l’accordo con Storace, nonostante molti dirigenti, a partire da Emma Bonino e Mario Staderini (almeno da quanto appare sui giornali), abbiano espresso la loro contrarietà.

Da Francesco Storace ci divide un’intera storia politica. Francesco Storace, da consigliere regionale del Lazio, ha usufruito tranquillamente del “sistema Fiorito”, senza alcun problema; anzi, a scandalo scoppiato grazie alla denuncia dei radicali, ha difeso a spada tratta l’ex governatrice Polverini.

Mi dite: gli altri, il PD in primis, sono peggio. Che ragionamento è questo? Sono radicale perché la nostra storia è stata quella di perseguire i nostri obiettivi, senza guardare in faccia a nessuno e, soprattutto, senza giocare uno contro l’altro i nostri avversari politici. Dato che Tizio è stronzo mi alleo con Caio, con cui non ho nulla a che spartire? Ma quando mai abbiamo ragionato e fatto politica in questo modo?!

E tutto questo per avere un consigliere regionale radicale nel Lazio?!

E dietro Storace c’è Silvio Berlusconi; chiunque abbia a cuore le sorti di questo Paese non puo’ non auspicare che Berlusconi prenda meno voti possibile, nel Lazio e dappertutto.

Io incrocio le braccia. Per rispetto ai detenuti del carcere di Torino, andrò ancora domani mattina a raccogliere le loro firme sulla Lista AGL. Poi vado a casa e ci rimango fino a dopo le elezioni; ritiro la mia candidatura nella Lista AGL (che, comunque, difficilmente avrà le firme sufficienti per essere presentata); non verrò al Comitato nazionale di Radicali Italiani, poichè non ha senso partecipare a un organismo chiamato unicamente a ratificare le decisioni prese dal Grande Capo. E poi il Comitato sarà sicuramente l’occasione per Storace per dirci quanto siamo importanti per lui e per l’Italia ….

Infine, a chi si rifugia per l’ennesima volta nel Pasolini del “siate irriconoscibili” rispondo, dopo attenta riflessione, …. PASOLINI STO’ CAZZO! PASOLINI STO’ CAZZO! PASOLINI STO’ CAZZO!

Vi saluto con grande amarezza.

Giulio Manfredi

TORINO, 18 GENNAIO 2013

Giulio Manfredi
Giulio Manfredi