Ci vuole uno scatto di orgoglio del Consiglio Comunale contro questo oscurantismo museale, antiscientifico, talebano e un po’ vigliacco. Questi talebani da strapazzo, infatti, se la prendono con i piccoli musei del Lombroso e di anatomia, memoria della grande scuola di anatomia dell’Università di Torino, ma non hanno gli attributi – per usare un colorito linguaggio a loro congeniale – di chiedere lo stesso trattamento per i reperti umani del Museo Egizio o per le centinaia di reliquie esposte nelle chiese e nei loro musei.
Questa la secca presa di posizione del consigliere comunale Silvio Viale, molto seccato per la ostentata stupidità dei colleghi “nordisti” e “sudisti” della Sala Rossa, nonché di coloro che gli hanno dato corda.
Silvio Viale ha aggiunto:
Distruggere i reperti storici è il primo segnale di un genocidio culturale con il cui fine è riscrivere e cancellare la memoria. Vale per il novecento. Vale ancora di più per l’ottocento. In Consiglio Comunale si è persino detto che Lombroso era un “razzista”, proprio lui, socialista in un periodo coloniale in cui il razzismo c’era davvero. Collocare le autopsie e i reperti del Lombroso nelle polemiche politiche del ventesimo secolo, in nome di presunti scrupoli pietosi, significa tornare all’oscurantismo antiscientifico medioevale, quello del pregiudizio religioso contr le autopsie. Non mi stupisce che Mangone e la Lega vadano a braccetto e si ripassino la palla a vicenda. Mi sorprende, invece, che molti consiglieri comunali non si smarchino e permettano che il Consiglio Comunale li segua. Allora siano coerenti fino in fondo e chiedano di seppellire tutti i reperti umani esposti nei musei e nelle chiese torinesi, a cominciare dai reperti del Museo Egizio e dalle reliquie umane delle chiese torinesi. Non solo il teschio di Vitella, quello di Violino della “Banda de Vinatieri” o del “Dragone di Caramagna”. Non mancheranno gli emendamenti in tal senso.