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L’Associazione Aglietta scrive ai dirigenti radicali.

A:
Marco Pannella
Emma Bonino
Mario Staderini
Michele De Lucia
Silvio Viale

con preghiera di diffusione a:
membri di direzione
membri di giunta
membri del comitato

e per conoscenza a:
Bruno Mellano
Giulio Manfredi

Cari compagni,

Nelle ultime settimane abbiamo ascoltato ricostruzioni molto serie (e gravi) che riguardano l’Associazione radicale Adelaide Aglietta.
Fermo restando che le responsabilità sono personali e individuali, dal momento che è stata coinvolta l’Associazione in quanto tale, ci preme rispondere alle contestazioni che ci sono state rivolte con la speranza di fare chiarezza in modo franco e costruttivo.

  • Primarie PD e voto di alcuni di noi per Renzi

Alcuni di noi, prima, durante e dopo il congresso di Radicali Italiani hanno espresso il loro convincimento che un dialogo con la novità Renzi sarebbe stato auspicabile. Lo abbiamo dichiarato apertamente come abbiamo dichiarato apertamente (sempre alcuni di noi e non Nicola Vono, ad esempio, che ha espresso su Notizie Radicali la sua contrarietà al voto per Renzi) che avremmo partecipato alle primarie votando Renzi, dicendo da subito che lo stesso Renzi non avrebbe avuto una speranza di riforma concreta senza i Radicali in quanto tali.
Chi ha votato ha consegnato agli atti del proprio seggio, ottenendo che fosse messo a verbale, un testo sottoscritto dove si chiedeva al vincitore delle primarie di aprire un dialogo e un confronto con i Radicali in vista delle prossime elezioni politiche.
In ultimo alcuni (e non tutti dato che per motivi ignoti in certi seggi la sottoscrizione del documento non è stata necessaria) hanno firmato un testo di adesione all’iniziativa delle primarie “Italia bene comune” dove, pur nell’ambiguità delle parole, non c’è MAI scritto che ci si impegna a votare PD.

  • Preparazione alle elezioni e lista AGL

Già al Congresso, sempre pubblicamente, abbiamo chiesto come l’area radicale pensasse e intendesse affrontare queste elezioni ormai imminenti, chiedendo di mettere al centro del dibattito il percorso di avvicinamento alle elezioni, ben sapendo che Radicali Italiani non era e non sarebbe stato il soggetto politico nel quale prendere la decisione.
Pronti a partire, abbiamo seguito da spettatori e ascoltatori della Radio gli eventi: dalla scelta di presentare liste radicali in tutte le elezioni di ogni ordine e grado, alla non presentazione del simbolo Lista Bonino-Pannella, alla possibilità di ripescare il simbolo Rosa nel Pugno, fino alla scelta maturata nei giorni drammatici dello sciopero della sete di Marco delle liste di scopo Amnistia Giustizia Libertà.
Molti in giro per l’Italia, non è un mistero, hanno vissuto male questa decisione finale, chi per il “metodo” con cui si è arrivati alla scelta, chi per la difficoltà che giorno dopo giorno andava aumentando sul raggiungimento dell’obiettivo firme, chi per altri dubbi, non importa se condivisibili o meno, ma tutti legittimi, ça va sans dire.
Abbiamo raccolto le disponibilità di personaggi, non di storia radicale, che hanno accettato la scommessa della lista AGL; due in particolare di elevato significato: la candidatura del Prof. Gallo e quella dell’Avv. Mauro Anetrini. Quest’ultimo è divenuto attivo militante con noi in fase di raccolta firme.
Ci siamo quindi preparati alla raccolta nel migliore modo possibile con riunioni preparatorie dove sviscerare i dubbi e dividersi i compiti. Qualcuno ha scelto di fare un passo indietro, lo si può impedire? Qualcuno aveva poco entusiasmo, lo si può imporre?
Abbiamo atteso le liste in un contatto giornaliero con Roma e un supporto reciproco costante. Contatto che è stato mantenuto fino alla partenza con tutti i punti di riferimento in giro per il Piemonte per sollecitare mobilitazione e risolvere dubbi per come abbiamo potuto e saputo.
Le liste sono arrivate, a più riprese, corrette e rimandate più volte, solo lunedì pomeriggio nella forma definitiva e corretta. E un’ora dopo eravamo in strada a fare il primo tavolo a Torino. Gli autenticatori disponibili sono tutti volontari di area radicale (Silvio Viale come consigliere comunale a Torino, Aldo Spagnoletti delegato della provincia, Roberto Vigna delegato del Comune e Rocco Rizzo consigliere comunale PD a San Mauro).
Lunedì sera alla riunione, molto partecipata, abbiamo pensato al carcere e alla raccolta firme tra i detenuti, così martedì abbiamo chiesto la disponibilità di Marco Perduca ad accompagnarci in carcere, la risposta sostanzialmente è stata: non ne vale la pena.
Abbiamo chiesto comunque al Direttore del Carcere Lorusso e Cotugno di poter entrare (è nuovo, non lo avevamo ancora conosciuto) e con una sollecitudine molto apprezzabile ci dà l’ok per sabato, dopo numerosi contatti con responsabili della struttura durante la giornata di venerdì.
Intanto mercoledì riusciamo al volo ad organizzare una conferenza stampa con Bruno, Giulio, Igor, l’Avv. Mauro Anetrini, Riccardo Rastrelli (imprenditore candidato al Senato, da noi coinvolto) e Nicola. Qualche tv privata e un passaggio al TG regionale per informare che occorrono firme e subito e che è iniziata la raccolta ai tavoli. Purtroppo nè La Stampa e nè La Repubblica nelle pagine locali ci considerano e nemmeno un tentativo mio e di Staderini sortisce l’effetto sperato sulla carta stampata nei giorni successivi. Proviamo costantemente a supplire alla carenza di informazioni utilizzando Facebook per annunciare tavoli e chiamare gente a firmare e il sito dell’Associazione Aglietta.

Nel frattempo per giorni Nicola ha telefonato a centinaia di contatti per invitarli a firmare e Silvja dalla sede ha mandato 1000 email in 10 tornate diverse per comunicare i punti di raccolta, dopo alcune centinaia mandate da noi a iscritti vecchi e nuovi dell’Associazione. Nel frattempo tutti i giorni arrivano da Roma gli sms che comunicano a tutto l’indirizzario vostro i tavoli per la raccolta firme. Una quindicina di militanti si alternano ai tavoli, chi facendoseli quasi tutti, chi per una volta sola.
Arriva quindi il contatto con i giostrai Sinti di Torino con i quali ci accordiamo per andare al campo tra le roulotte per raccogliere firme. Silvio dedica una sera alla raccolta fino a tardi ma ovviamente non consegna i moduli nelle loro mani come ci chiedevano. Alcuni ci raggiungono nei giorni seguenti ai tavoli per firmare.
Nel frattempo i tavoli (tutti i giorni, dal pomeriggio fino a sera) raccolgono firme con una media di circa 10 all’ora (in Piemonte 1; in Piemonte 2 a quello che ci dicevano altri compagni la raccolta aveva una media anche più bassa). In Piemonte 1 abbiamo come unico punto di raccolta Torino con il piccolo aiuto di un consigliere comunale PD di San Mauro candidato con la lista AGL al Senato (poi ritirerà la candidatura dopo la questione Storace). In Piemonte 2 in alcuni paesi si riesce invece a raccogliere un po’ di firme grazie all’impegno encomiabile di alcuni compagni a nord e sud della Regione.
Tutte le sere la sede è aperta con autenticatore presente e viaggiamo a 2,5 firme all’ora.
Nel frattempo venerdì, come sapete, l’affaire Storace provoca una serie di reazioni, tra cui quella pubblica di Giulio Manfredi, con una lettera aperta a voi inviata. E poi quella di Silvio e quella di Enzo.

Sabato entriamo (anche con Giulio) finalmente in carcere e raccogliamo 237 firme in 7 lunghe ore, domenica pomeriggio l’autenticatore ce le riporta autenticate e sistemate, lunedì mattina possono essere certificate prima di consegnarle. Igor è stato costantemente in sede a Torino e ai tavoli durante la cassa integrazione ma lunedì ha avuto un richiamo al lavoro al quale non poteva dire di no (e di questo ha avvertito Roma e i compagni piemontesi).
Nel frattempo Salvatore da Asti cerca come può di raggranellare un po’ di firme per Piemonte 2, soprattutto mandando in comune le persone a firmare.
Inutile pensare cosa sarebbe successo se avessimo avuto un fine settimana in più di raccolta o se fossimo riusciti ad andare anche al carcere di Ivrea o se fossimo riusciti a tornare al carcere di Torino a raccogliere le firme anche dei parenti e degli agenti o se fossimo stati 20 militanti in più o se altri avessero potuto/voluto dedicarsi a tempo pieno all’avventura o se, se, se…

Non possiamo sapere se avremmo raggiunto l’obiettivo delle 1000 firme in Piemonte 1, quello che sappiamo è che – nonostante quello che molti pensano e le falsità che si fanno girare- noi ci abbiamo provato, e non per finta.
E’ inutile sottolinearlo (forse) ma il tutto realizzato a titolo volontario, conquistando il tempo dedicato alla campagna dagli impegni di ciascuno.
Lunedì, dopo 7 giorni scarsi, le 450-500 firme raccolte possono essere certificate (almeno quelle dei residenti a Torino che sono però meno di 300) e presentate; Bruno per fortuna è disponibile a venire a Torino per la consegna.
Purtroppo cosa sia successo da quella mattina in poi non ci è dato saperlo.

Non sappiamo quali e quante firme siano state certificate e consegnate, non conosciamo i verbali del deposito di Piemonte 1 e Piemonte 2, abbiamo invece – ed è stato inviato a Sergio Rovasio – il verbale di deposito delle firme del Senato ritirato da Giulio, ma quali siano queste firme non lo sappiamo perché da Bruno non abbiamo più ricevuto alcuna informazione e comunicazione, seppure più volte sollecitato e seppure durante la fase di raccolta ci sia stato un contatto giornaliero e proficuo.
In più, è evidente, la strettezza incredibile dei tempi è fonte di errori e di comunicazioni ridotte. Tutto può sempre essere fatto meglio e con più impegno ma le accuse che girano e che vengono di bocca in bocca ripetute sono francamente prive di ogni fondamento.

Questa è una ricostruzione che si basa su fatti, non su supposizioni, o interpretazioni. Il processo alle intenzioni non possiamo accettarlo, soprattutto in casa radicale.

Salvatore Grizzanti, segretario
Igor Boni, presidente
Nicola Vono, tesoriere