Domani pomeriggio, Giorno delle Ceneri, alle ore 17:00, Silvio Viale (presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Torino), Giulio Manfredi (Comitato nazionale Radicali Italiani), Igor Boni e Mariano Ferrentino (Associazione radicale Adelaide Aglietta) si presenteranno presso la sede del PDL di Torino (c.so Vittorio Emanuele n. 94) per consegnare a Daniele Capezzone un contenitore pieno di cenere.
Gli esponenti radicali hanno così riassunto il significato dell’iniziativa:
Riteniamo sia doveroso per Daniele Capezzone, candidato numero 2 della Lista PDL nella Circoscrizione Piemonte 1, cospargersi il capo di cenere e fare atto di contrizione nei confronti del suo attuale leader Silvio Berlusconi per tutte le brutte parole pensate, dette e scritte contro di lui dal 2003 fino a sette anni fa, quando Capezzone, prima di rimanere folgorato sulla via di Arcore, rivestiva la carica prima di segretario di Radicali Italiani e poi di deputato radicale nella Rosa nel Pugno.
Torino, 12 febbraio 2013
Ecco un esauriente anche se non esaustivo elenco del “Capezzone ex pensiero”:
20 dicembre 2003
”Il primo ministro Berlusconi si è sdraiato per due ore sulla prima rete televisiva, riversando sugli spettatori la sua soddisfazione per trionfi, miracoli, successi che nessuno, ormai, scorge da nessuna parte, a parte i tenerissimi Emilio Fede e Sandro Bondi […] Ciascuno può vedere a che punto siamo dopo due anni e mezzo nei quali Berlusconi ha avuto una maggioranza di 100 deputati alla Camera e di 50 senatori a Palazzo Madama: nulla di quanto fu promesso allora si vede oggi, e, per sovrammercato, sono state varate (o sono in via di perfezionamento) leggi letteralmente talebane”.
29 maggio 2004
”Ogni volta che si tratterebbe di fare politica, di articolare il discorso, magari di conquistare nuovi alleati, o almeno di scompaginare gli avversari, niente. Berlusconi non lo fa né vuole o sa farlo, e si rifugia in un unico copione anche troppo sperimentato: il monologo, per non dire il tunnel solipsista e autocelebrativo. I cieli alle sue spalle si fanno sempre più azzurri e privi di nubi; le imprese del narratore-attore (cioè sempre lui) diventano quelle di chi è ”già entrato nella storia”; e il mondo diventa una specie di anticamera dove i vari Bush, Blair, Putin, attendono ansiosi di poterlo incontrare, per ricavarne luce ed ispirazione. Ci sarebbe da sorridere, ma prima o poi tutto questo rischia di divenire costoso. Costoso per gli altri, perché quanto più le cose si faranno difficili per lui, tanto più sarà fatalmente indotto a cercare scorciatoie populiste; costoso per lui stesso, perché rischia di non rendersi conto dell’effetto respingente che si sta creando nel paese(ne sono testimonianza i pessimi indici diascolto registrati in occasione delle sue ultime presenze televisive)”.
10 giugno 2004
”Berlusconi ha un’ampia maggioranza, quindi dopo tredici o quattordici promesse di ridurre le tasse è tempo che lo faccia veramente“.
1° novembre 2004
”Gli rimarranno solo il conflitto d’interesse e le leggi ad personam. A questo punto cercherà di giocarsela alla fascistae preparerà la salvezza dei suoi beni accordandosi con la sinistra. Vogliamo partecipare a questo gioco? No, io voglio partecipare ad altre battaglie politiche”.
2 dicembre 2004
[…] dopo la breve parentesi in cui si impegnò con noi a sostenere il modello nordamericano (prospettiva abbandonata, ahimè, in primo luogo da lui, oltre che dal resto delle forze di maggioranza e di opposizione italiane), Berlusconi si sta piuttosto orientando verso il modello sudamericano”.
9 maggio 2005
”Apprendo dalle agenzie nazionali (non da quelle internazionali, che, diciamo così, non hanno colto o registrato l’evento…) che Silvio Berlusconi avrebbe ‘appianato’ le divergenze tra Bush e Putin, facendosi ‘garante’, nientemeno, della volontà democratica dello stesso Putin. Mi restano due curiosità (come si dice in questi casi: domandare è lecito, rispondere è cortesia…). Sarebbe interessante sapere se, in quest’opera di ‘chiarimento’ e ‘garanzia’, Silvio Berlusconi abbia per caso trovato il tempo di pronunciare le parole ‘Antonio Russo’ e ‘Cecenia’, e magari di chiedere ed ottenere dal tiranno di Mosca qualche risposta sull’uno e sull’altro tema”.
22 settembre 2005
“Tremonti è il vero uomo forte, regista e insieme interprete della strategia aliberale (e talora antiliberale) della Cdl. E’ stato lui a proporre/imporre la scelta a favore della Lega e contro i radicali; è stato lui a proporre/imporre una linea corporativa e non liberale (né tantomeno liberista) in economia; ed è ancora lui al centro della tela di ragno che vede intrecciati e sinergici gli interessi personali di Berlusconi e la truce linea leghista. Al centro, lui, pericoloso e ambiziosissimo. Tutt’intorno, un cumulo di macerie fumanti e di alleati disperati. Prepariamoci a un periodo delicatissimo, mentre il paese è in rotta, e non solo economicamente”.
6 ottobre 2005
A Berlusconi che aveva detto che ”la rivoluzione liberale non è stata ancora completata” Capezzone ha risposto con una battuta: ”E’ un’affermazione buona per ‘Markette’, la rivoluzione liberale non è mai iniziata”.
29 ottobre 2005
”Silvio Berlusconi è entrato in politica con 5mila miliardi di debiti(di lire, o del vecchio conio, come direbbe Bonolis), e con le banche che – indegnamente, lo sottolineo – tentavano di strozzarlo; oggi (essendosi misurato con…come si chiama? Ah sì, il perfido regime comunista…), vanta 29mila miliardi di attivo(sempre in lire), ed è entrato nel G7 dei sette uomini, appunto, più ricchi del pianeta. Ecco questa è una cosa che è cambiata in questi 12 anni. Il resto un po’ meno.”
26 novembre 2005
”Ho sentito che Silvio Berlusconi si è paragonato a don Luigi Sturzo, ma a me sembra che sia più l’erede di Don Lurio. Credo che gli elettori dovranno esprimere una valutazione sugli ultimi dodici anni dell’attività politica del premier. La campagna sulla verità la facciamo noi: quando è entrato in politica per combattere il mostro comunista, Berlusconi aveva 5 mila miliardi di vecchie lire di debiti, adesso ha un attivo di 29mila miliardi di lire. In fondo questo regime comunista non è stato così perfido con lui”.
8 dicembre 2005
”Leggo che Silvio Berlusconi torna a dire che dovrebbe essere tolto ogni spazio politico in tv, in campagna elettorale, ad un soggetto politico nuovo che dovesse presentarsi con un simbolo nuovo. Trasecolo. Se infatti questo criterio berlusconiano fosse stato adottato nel 1994, un partito nuovo come Forza Italia (destinato a divenire, alla sua prima presentazione, partito di maggioranza relativa e perno della coalizione vincente) avrebbe avuto in tv zero ore, zero minuti, zero secondi. Se ciò fosse avvenuto ovviamente Berlusconi avrebbe gridato contro il complotto comunista o qualcosa del genere… La mia impressione è che Berlusconi ignori l’abc della democrazia politica: e regola elementare vuole che, almeno in quei quaranta giorni, almeno in campagna elettorale, tutti partano dalla stessa linea. Altrimenti molto semplicemente, la corsa è truccata”.
15 gennaio 2006
”Il primo processo a cui Berlusconi si è presentato spontaneamente è quello di Biscardi, poi si è fatto prendere la mano e non si è più fermato”
15 gennaio 2006
Parla di militarizzazione della campagna elettorale, Daniele Capezzone a Napoli, con una preoccupante occupazione dei media da parte del centrodestra e affida l’esordio del discorso ad un affondo deciso a Berlusconi, ”un guaio del Mezzogiorno e del settentrione”. ”Fa impressione guardare il Tg1 di Clemente Mimun – ha detto l’esponente dei Radicali, premettendo di nutrire stima per il direttore del telegiornale della prima rete Rai – 2-3 secondi, già oggi, nei pastoni, per i simboli di Forza Italia; per non parlare delle scalette”. Capezzone aggiunge che Berlusconi è soltanto ”all’inizio della sua offensiva”, definita ”preoccupante, ben al di là della vicenda Unipol”, a 83 giorni dalle elezioni. ”C’è da immaginare – ha aggiunto – un Vietnam mediatico per i primi 100 giorni del centrosinistra, se questo vincesse. Oggi ho notizia di cartelloni acquistati al prezzo di 400 euro per tabellone – ha detto anche insistendo sul ‘fiume di denari’ che Forza Italia sarebbe disposta a spendere per le elezioni – provate a prenotare un camioncino pubblicitario oggi. Le agenzie risponderanno che è tutto esaurito”
21 gennaio 2006
”Silvio Berlusconi assomiglia sempre di più ad un pugile suonato. Le sue braccia levate al cielo, ieri notte, alla fine di ‘Matrix’, ricordavano l’esultanza un pò patetica dei pugili che, pur gonfi per i colpi ricevuti, sono riusciti ad arrivare in piedi al termine delle 12 riprese, e cercano cosi’ di impressionare la giuria, o comunque di ingraziarsela”
4 febbraio 2006
”Il Premier mi ricorda sempre di più l’indimenticabile Mago do Nascimento, eroe di tante telepromozioni televisive. Lui sta, francamente, scendendo di livello: da venditore ambulante di tappeti mi pare divenuto un venditore ambulante di cravatte. E ormai, giorno dopo giorno, dà l’impressione di non ricordare più né le promesse né le bugie dette il giorno prima. Io, da militante radicale, sono in ogni caso fiero del dna liberale di Radio Radicale, dove parlano soprattutto gli avversari. Insomma, il contrario di quel che accade a Mediaset, per fare un esempio…”
11 febbraio 2006
”Con la sobrietà e l’understatement che ormai abbiamo imparato a riconoscergli, Silvio Berlusconi si è ieri paragonato a Napoleone, e oggi a Winston Churchill (quest’ultimo paragone è stato poi rigorosamente fatto parlando di sé in terza persona,come era solito fare Giulio Cesare, e, in tempi più recenti, Diego Maradona...). Ormai, il premier mi ricorda la nota barzelletta dei due matti in manicomio, uno dei quali dice: “Io sono Mosè, sono sceso dal Monte Sinai, e Iddio mi ha dato le tavole della legge”. E l’altro matto, offesissimo, replica: “Ma guarda che io non ti ho dato niente!” Ecco il Premier potrebbe tranquillamente essere scritturato per il ruolo del secondo matto; resta da capire se la parte del primo (del novello Mosè) verrà affidata a Bondi, a Emilio Fede, o a chi altri…’.
18 febbraio 2006
”Non si può, solo adesso, improvvisamente ‘scoprire’ cosa ha scelto di dire e fare in questi anni Calderoli, e cosa ha scelto di divenire una certa Lega. Ora, Berlusconi e la Cdl raccolgono quello che hanno seminato. Dopo gli insulti nei comizi ad immigrati e a meridionali; dopo i ‘blitz’ di Borghezio sui treni per ‘ripulire’ i seggiolini occupati da viaggiatori extracomunitari; dopo tutto questo, mi viene da dire che non e’ possibile, solo adesso, fare gli scandalizzati. Si è scherzato con il fuoco, troppo a lungo consentendo alla Lega scivolate pericolosissime. E ora arriva il conto, doloroso e salato”.
24 febbraio 2006
”Nel programma illustrato poco fa da Berlusconi si trova un po’ di catechismo ‘a Pera’ (con il richiamo alle ‘tradizioni’, alle ‘radici’, e, insomma, all’integralismo alle vongole cosi’ di moda nella Casa delle ex-libertà) e un po’ di ‘libro dei sogni’. Quanto ai mirabolanti ulteriori obiettivi indicati dal premier c’è una sola domanda semplice, che gli andrebbe posta. Per quale ragione dovrebbe riuscire a fare adesso, nei prossimi cinque anni, quello che non è riuscito a fare in questa legislatura, quando disponeva di una maggioranza (che non si vedeva, per quantità, dagli anni Cinquanta) con più di 100 deputati e 50 senatori di differenza rispetto all’opposizione? Basta televendite”.
25 febbraio 2006
”Se Berlusconi dice che tutti i magistrati sono ‘comunisti’ sappiate che anche i nostri referendum per la separazione delle carriere furono definiti ‘comunisti’ da Berlusconi… E poi lui considera tutti comunisti, o ex comunisti, o possibili comunisti. Tranne Putin e Sandro Bondi”.
1° marzo 2006
”Sto ascoltando l’esordio del discorso di Silvio Berlusconi al congresso Usa, pronunciato in lingua inglese, o almeno questa doveva essere l’intenzione… Torna alla mente, ascoltandolo in questa che appare per lui un’improba fatica, l’immortale scena di Totò e Peppino a Milano col colbacco, che si rivolgono al vigile dicendo: ”Noio voleva’n savuar…”
4 marzo 2006
”Tg 4 e Rete 4 sembrano folkloristiche, ma adottano tecniche goebbelsiane[…] Ho visto che ora trasmettono, (‘par condicio’, così ci si dice) i comizi e le conferenze sia di Berlusconi che di Prodi. Ma le riprese degli eventi berlusconiani sono ‘cinematografiche’, anche per qualità dell’immagine; nel caso di Prodi, invece, si mostrano immagini brutte, con pessime luci, perfino con un audio lievemente disturbato, per trasmettere un senso di squallore, incomprensibilità, inascoltabilità. […] un evento di gravità inaudita: mai visto in nessun paese di democrazia avanzata. Questo sfregio dell’immagine, fatto per sorprendere la buona fede di tanti telespettatori è un fatto che resterà tra le cose più negative e violente di questi anni”.
10 marzo 2006
”Dopo la richiesta di rinvio a giudizio di Berlusconi formulata alla Procura di Milano, voglio ribadire che, a mio avviso, Berlusconi va battuto e merita di essere battuto per la politica, per la sua politica illiberale di questi anni, e non va sconfitto per o dalla giustizia. L’Italia non può permettersi altri cinque anni di governo di Silvio Berlusconi: non sarebbero ‘ecosostenibili’. In questa legislatura, Berlusconi ha avuto a disposizione una maggioranza parlamentare amplissima (più 100 deputati e più 50 senatori): eppure, le riforme non si sono viste. Dall’economia alla giustizia, è enorme il divario tra le promesse di cinque anni fa e le cose effettivamente realizzate. Per non parlare di ciò che è accaduto sul terreno dei diritti civili con un’autentica aggressione contro le libertà personali: contro il divorzio breve, contro l’aborto, contro i pacs, contro la fecondazione assistita e la libertà di ricerca scientifica, fino all’ultimo tentativo di sbattere in carcere i ragazzi per qualche spinello. Per questo, per queste speranze tradite di riforma liberale, Berlusconi merita di andare a casa. Senza bisogno di caroselli giustizialisti in campagna elettorale: anzi, il suo vittimismo trasformerebbe tutto in occasione di propaganda”.
14 marzo 2006
“La prima impressione è che il grande venditore Berlusconi abbia esaurito la scorta dei suoi tappeti. E la piccola valanga di cifre sciorinate è sembrato un modo per non affrontare un tema reale, e cioè la situazione difficile del Paese che gli italiani hanno sotto gli occhi”.
19 marzo 2006
”Ho visto ieri alla tv una scena indimenticabile. Il melodrammone italiano si arricchisce di nuove pagine lamentose: dopo la ‘cieca di Sorrento’, la ‘muta di Portici’ e lo ‘smemorato di Collegno’, arriva anche lo ‘sciancato di Arcore’. Fuor di scherzo Berlusconi appare patetico. Le riforme liberali che invoca sono quelle che gli italiani gli avevano chiesto, affidandogli per questo una maggioranza parlamentare enorme. Ma lui ha sciupato questa opportunità e tradito quelle speranze. Di che si lamenta? Anche per questo occorre che non si affidi il Governo a Berlusconi per altri cinque anni, e che poi, nel centrosinistra, si dia una forza particolare alla Rosa nel pugno, il soggetto politico che terrà insieme la lotta per i diritti civili e quella per la modernizzazione economica e sociale”.
29 marzo 2006
”Dunque, Berlusconi vede ovunque comunisti, o, se non comunisti già in servizio, quanto meno possibili comunisti. Curiosamente, però,il Premier dimentica la sua vena anticomunista solo quando incontra qualcuno che è nato e cresciuto all’interno del Kgb, e che questi metodi continua a usare per governare la Russia: Vladimir Putin. Perciò ho due domande per Berlusconi. Ci dica qualcosa sia sulla tragedia cecena, dove (purtroppo) al terrorismo indifendibile di tanta parte della resistenza si contrappone un’azione letteralmente nazicomunista delle truppe di Mosca, con veri e propri campi di concentramento, mutilazioni ed eccidi orribili. E poi ci dica qualcosa sull’assassinio del giornalista, del radicale Antonio Russo, eliminato a sua volta con metodi da Kgb, mentre svolgeva i suoi servizi informazione per Radio Radicale. In qualche villa della Sardegna – o in qualche dacia siberiana, nel corso dei prossimi incontri con l’amico Vladimir, sarebbe bene che Berlusconi trovasse le convinzioni e il coraggio per porre qualche domanda. Su tutto questo, è davvero triste ed umiliante il silenzio di quanti, nella Cdl, continuano a definirsi ‘liberali”’.
31 marzo 2006
”Sta arrivando nelle case degli italiani uno stampato (realizzato – si apprende – con il contributo del Gruppo parlamentare della Camera dei deputati…) che elencale cosiddette ’33 grandi riforme messe in opera dal Governo Berlusconi’. Ebbene, non risultano tra di esse le nuove disposizioni sulla tossicodipendenza, meglio conosciute come ‘legge Fini’. Se si va sul sito di Forza Italia le ’33 grandi riforme’ sono già divenute 36, ma continua a non esserci la legge Fini, mentre, per far contento Bossi, è stata aggiunta la legge sulla legittima difesa. Altro che attacco a tre punte. Berlusconi ha la coda di paglia: sa che è impossibile convincere l’elettorato liberale che è stata una ‘grande riforma’ l’aver fatto letteralmente di ogni erba un fascio, fregandosene di qualsiasi considerazione scientifica così come del basilare buon senso”.
1° aprile 2006
”Berlusconi è come Wanna Marchi, e Giulio Tremonti è il suo Mago do Nascimento. Aveva detto: ‘Abolirò l’Irap e ridurrò a due le aliquote’. Non lo ha fatto, e invece ha aumentato tariffe, bolli, tasse sul gasolio. Tutte cose particolarmente odiose, perché colpiscono anche la parte più debole del paese.”
3 aprile 2006
”Non c’è dubbio: il risultato della sfida è decisamente sfavorevole a Berlusconi, che ha perso e (calcisticamente parlando) non è stato capace di fare un solo ‘tiro in porta’ pericoloso (a parte la bufala finale sull’Ici, completamente priva di copertura), ma è stato per due ore lagnoso, lamentoso, vittimista (e a tratti nervosissimo e arrogante)[…] Il ‘bollito’ sembra proprio il presidente del Consiglio, ormai quasi ex. Restano almeno altri tre fatti da sottolineare. Primo: la sempre più chiara strategia di Berlusconi di uso dei ‘comunisti’ come spauracchio. […] sbagliare è umano, perseverare è berlusconiano…”
4 aprile 2006
”Sull’Ici Berlusconi mente per la gola. Cinque anni fa disse che avrebbe ridotto le aliquote a due. Non l’ha fatto. Cinque anni fa disse che avrebbe abolito l’Irap. Non l’ha fatto. Cinque anni fa disse che avrebbe ridotto la pressione fiscale, che è invece scesa solo dello 0,6. Ma, in compenso, ha tagliato i finanziamenti agli enti locali. E poi, in questo quinquennio, c’è stato l’aumento di bolli, tariffe e della tassa sul gasolio: cioè tutte cose che incidono anche sugli strati più deboli della popolazione. Perché dovremmo credere anche stavolta a promesse tanto mirabolanti e irrealizzabili? Ormai il premier è come Cetto La Qualunque di Antonio Albanese, che promette promette promette…”
4 aprile 2006
”Dopo l’ultima sortita di Berlusconi, che pensa bene di trattare da ‘coglioni’ la maggioranza degli italiani, mi sorge il dubbio che si sia fatto una canna. Ma forse una canna normale non avrebbe prodotto effetti simili: e allora che gli ha dato il pusherper fargli dire una cosa del genere? Comunque, stia attento: dopo la nuova legge del suo governo e dopo le tabelle rese note oggi, rischia grosso…”
6 aprile 2006
”Qualcuno ha detto che la storia una prima volta si propone come tragedia, una seconda volta come farsa. Vedere Berlusconi che parla di regime dalle sue sei televisioni e vedere Giuliano Ferrara, più che con un bavaglio con una specie di tovaglia al collo, fa francamente sorridere.”
6 aprile 2006
”Che ora Berlusconi, in una delle sue trasformazioni e dei suoi trasformismi, voglia anche vestire i panni del ‘defensor fidei’, appare francamente patetico. Ha ragione donna Veronica: più che Caimano lui è come Zelig o Fregoli, pronto a cambiare panni a seconda degli interlocutori e delle esigenze del momento. Allora,si scaglia contro il divorzio, ed è divorziato. Difende la famiglia e ne ha due. Se non parlassimo di cose tremendamente serie, ci sarebbe da sganasciarsi dal ridere dinanzi a tanta spregiudicatezza e ipocrisia”.
6 aprile 2006
”Anche e soprattutto sulla giustizia, Berlusconi è il solito disco rotto, vittimista sempre e garantista a targhe alterne, solo quando fa comodo”.
10 aprile 2006
”La legge elettorale è l’ultimo dono avvelenato che il centrodestra ha fatto al paese. Il pensiero di Berlusconi è stato ‘se non posso vincere allora impedisco agli altri di farlo‘. Questa legge è un caos”.
FONTE:
http://ilnichilista.com/2010/08/14/operazione-memoria-tutto-il-capezzone-antiberlusconiano/