Silvio Viale (presidente di Radicali Italiani):
Berlusconi conta sulla scarsa memoria degli italiani. Pochi sembrano ricordare che esattamente dieci anni fa, nel pieno delle polemiche sull´affaire Telekom Serbia, Berlusconi disse senza appello “Telekom Serbia è tutta una tangente” (“Porta a Porta”, 22 maggio 2003).
Allora il faccendiere Igor Marini aveva accusato di tangenti una sfilza di uomini politici del centro-sinistra (Francesco Rutelli, Lamberto Dini, Walter Veltroni, Piero Fassino, Clemente Mastella e Romano Prodi); successivamente, Il 10 novembre 2011, Marini fu condannato a dieci anni di carcere per vari reati e anche per diversi episodi di calunnia nei confronti dei politici da lui coinvolti.
Ricordo che dal 1997, anno dell’affaire, i radicali puntavano il dito sulle responsabilità politiche, non penali, di chi aveva finanziato con i soldi dei cittadini italiani (nel giugno 1997 Telecom Italia era ancora in mani pubbliche) un criminale di guerra, il dittatore serbo Slobodan Milosevic.
Tutto ciò premesso, la domanda che voglio fare a Berlusconi, magari direttamente quando verrà a Torino domenica, è se le tangenti sono sterco del demonio solo per gli altri. In particolare, se lo sono solo quando servono per attaccare gli avversari politici e quale sia la differenza con la famosa “doppia verità” di cui erano maestri proprio quei comunisti tanto evocati, odiati e imitati dal Cavaliere.