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Siria, vertice di Roma: Assad sia giudicato dalla Corte Penale Internazionale

Silvio Viale (Presidente di Radicali Italiani) e Giulio Manfredi (Comitato nazionale Radicali Italiani):

 

L’Arabia Saudita ha acquistato dalla Croazia ingenti quantitativi di armamenti risalenti alle guerre balcaniche degli anni ’90 del secolo scorso; le armi, trasportate con aerei in Giordania, passano poi il confine siriano per finire nelle mani dei ribelli che combattono contro il dittatore Assad.

Forse sarebbe opportuno e urgente che non solo l’Arabia Saudita ma tutti gli Stati che intendono porre fine alla mattanza siriana, Stati Uniti in testa, utilizzassero un’altra arma, nonviolenta ma quantomai efficace, che risale anch’essa ai tempi delle guerre balcaniche: il Tribunale Penale Internazionale contro i crimini di guerra nell’ex-Jugoslavia – nato da un’intuizione e da una lunga lotta del Partito Radicale Transnazionale – poi evoluto nella Corte Penale Internazionale.

Qualcuno si è già mosso in questa direzione: con una lettera datata 14 gennaio 2013, la Svizzera, insieme ad altri 56 paesi, tra cui l’Italia, ha rivolto un fermo appello alla presidenza del Consiglio di Sicurezza a New York, affinché questo adotti una risoluzione che deferisca la questione dei crimini commessi in Siria, a partire dal marzo 2011, al Procuratore dell’Aia.

La risoluzione in questione è necessaria affinché la Corte penale internazionale possa avere competenza sui i crimini siriani. La Siria infatti non è membro della Corte, non avendone ratificato il trattato istitutivo, il c. d. Statuto di Roma. Di conseguenza, il Procuratore della Cortenon può di sua iniziativa avviare un’indagine sui crimini commessi in Siria. Tuttavia lo Statuto di Roma dà la possibilità al Consiglio di Sicurezza diattivare la giurisdizione della Corte in merito a una particolare situazioneove crimini sono stati commessi, a prescindere dal luogo di commissione degli stessi o dalla nazionalità dei presunti responsabili.

Il dittatore Assad deve essere incalzato non solo con gli strumenti militari in possesso dell’Esercito di liberazione siriano ma anche tramite gli strumenti giuridici in possesso della comunità internazionale, sofferta ma feconda eredità delle sanguinose guerre nel cuore dell’Europa.

Grazie a quegli strumenti giuridici, Milosevic, che sembrava intoccabile, finì i suoi giorni nelle carceri olandesi. Lo stesso deve accadere ad Assad.

N. B. La petizione popolare per “Assad all’Aja!” può essere sottoscritta a questo link:

http://www.associazioneaglietta.it/