Questa mattina Igor Boni e Giulio Manfredi (Associazione radicale Adelaide Aglietta) hanno depositato presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) del Comune di Torino una petizione a sostegno dei sei referendum comunali consultivi (previsti dall’art. 16 dello Statuto comunale), oggetto di un proposta di deliberazione presentata in Consiglio comunale, nell’autunno scorso, da Silvio Viale (Presidente di Radicali Italiani, consigliere comunale indipendente nel gruppo PD). La petizione è corredata da 361 firme di cittadini torinesi (ai sensi dell’art. 12 dello Statuto, il numero di firme necessario è di 300).
In una conferenza stampa tenutasi nella sede radicale di via Botero n. 11/f, gli esponenti radicali e Luigi La Vecchia (Alleanza per la Città) hanno illustrato i contenuti dei sei referendum, che riguardano:
- La Città Metropolitana: al di là della legge (che impone che la Città Metropolitana entri in funzione a partire dal gennaio 2014 e corrisponda all’intera Provincia di Torino), si vuole chiedere ai cittadini quali poteri essa dovrà avere e quali confini; in tutta Europa la Città Metropolitana non va oltre la conurbazione urbana. L’obiettivo prioritario dovrà essere quello di ridurre i costi dei servizi accorpando le società partecipate dei vari Comuni, migliorandone l’efficienza e riducendo costi ed interferenze del sottopotere politico.
- Il “Consumo di suolo”: deve finalmente aprirsi un confronto serio sulle misure da adottare per salvaguardare le aree della città non ancora edificate e per un corretto utilizzo delle aree dismesse e/o degradate, riducendo l’inaccettabile e continuo consumo dei suoli.
- Il “Road pricing”, cioè una tassa di scopo (1 euro al giorno) sugli autoveicoli (esclusi quelli ad emissioni zero e quelli dei residenti) che entrano in città – sono 420.000 ogni giorno – o in una specifica area della città. Il ricavato finanzierà il completamento della linea 1 della metropolitana, la progettazione e la realizzazione della linea 2, il miglioramento delle piste ciclabili, l’efficienza dei mezzi pubblici e la viabilità veicolare.
- Regolamentazione della prostituzione: la facciamo finita con un proibizionismo che arricchisce solamente criminalità e sfruttatori, rende insicuro il lavoro di chi sceglie liberamente di prostituirsi e rende schiave le persone che sono costrette a vendere il proprio corpo?
- Riduzione del danno in materia di droga: le cosiddette “narcosale” sono “stanze salvavita” dove i cittadini tossicodipendenti possono assumere droghe in condizioni igieniche accettabili, senza il rischio di morire di overdose, con la possibilità di essere agganciati dal servizio sanitario; riduzione del danno per i consumatori e riduzione dell’insicurezza e della violenza nei quartieri. Inoltre, si diano finalmente poteri effettivi all’Agenzia comunale sulle tossicodipendenze.
- Dulcis in fundo, per non parlare sempre di cose impegnative: la volete o no la ruota panoramica nel Parco del Valentino?
Ricordiamo che i referendum consultivi non sono vincolanti per l’Amministrazione Comunale e non necessitano per la loro validità del quorum del 50% dei votanti.
Durante la conferenza stampa Silvio Viale ha dichiarato:
Se nei decenni passati i cittadini di Torino avessero potuto far sentire la loro voce su questioni quali “Metropolitana: SI o NO?”, la Città avrebbe già non una ma almeno due linee di metropolitana. Abbiamo chiesto a tempo debito che i referendum consultivi si tenessero assieme alle elezioni politiche, per risparmiare soldi e tempo; non è stato possibile. Spero che, anche grazie al sostegno espresso da coloro che hanno firmato la petizione popolare, il Consiglio comunale si esprima sui referendum di “Torino SI’ Muove” entro i prossimi mesi per votare, al più tardi, assieme alle elezioni europee del prossimo anno.
Il Consiglio comunale può cassare referendum ritenuti superflui e può aggiungerne altri; quello che non può fare è continuare a non utilizzare uno strumento di democrazia diretta che può avvicinare il Palazzo ai cittadini. Il risultato del voto delle politiche testimonia una richiesta forte di partecipazione al governo della cosa pubblica; la risposta a tale richiesta deve partire anche dal saggio utilizzo degli strumenti che lo Statuto comunale mette a disposizione dell’intera comunità torinese.