I militanti dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta hanno manifestato oggi pomeriggio davanti al carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino (via Pianezza n. 300) nell’ambito della iniziativa nonviolenta lanciata da Marco Pannella: http://www.radicali.it/comunicati/20130326/grande-satyagraha-appelloragioniobiettivi
Obiettivo di questo Grande Satyagraha è interrompere la flagranza di reato di uno Stato condannato duemila volte dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per l’irragionevole durata dei processi, e perché sia immediatamente recepito l’ultimatum della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che l’8 gennaio scorso ha imposto all’Italia, come obbligo violato ormai da decenni, di rimuovere, entro un anno, le cause strutturali del sovraffollamento e di trattamenti disumani e degradanti nelle carceri.
Inoltre, i radicali piemontesi chiedono al Consiglio Regionale di nominare finalmente il garante regionale delle carceri, a oltre tre anni di distanza dall’approvazione della legge istitutiva (L. R. n. 28 del 2 dicembre 2009).
Ha raggiunto i radicali davanti al carcere di Torino una delegazione dell’OSAPP (Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria) guidata da Gerardo
Romano (vice-segretario generale OSAPP).
Erano presenti Silvio Viale (presidente Radicali Italiani) e Giulio Manfredi (Comitato nazionale RI), che hanno dichiarato:
La giustizia italiana è una giustizia di classe; grazie alle prescrizioni, chi ha soldi e conoscenze la fa franca e in cella rimangono i poveracci, i tossicodipendenti, gli extracomunitari. Il garante regionale costerebbe meno di uno solo dei 68.000 detenuti italiani, degli oltre 5.000 detenuti piemontesi: il costo mensile di un detenuto e’ di 3.511 euro (fonte: Dipartimento Amministrazione Penitenziaria/DAP).
Gerardo Romano ha denunciato che 28 detenuti nel carcere di Torino devono dormire su materassi di fortuna per il sovraffollamento e ha dichiarato:
Siamo al fianco dei radicali nella lotta per la dignità dei reclusi. Chi lavora in carcere non puo’ essere indifferente a quello che vede. Siamo per la massima trasparenza. Una volta all’anno il presidente Napolitano apre i giardini del Quirinale al pubblico. Sarebbe cosa buona e giusta se una volta all’anno i cittadini italiani potessero visitare le carceri, per rendersi conto di persona delle condizioni di vita dei detenuti ma anche di tutto il personale.