Leggo con un certo stupore che è stato lanciato un allarme per un presunto crollo delle nascite, ovviamente subito collegato alla crisi, che avrebbe colpito Torino e sarebbe si portata epocale. Non vorrei che domani, a mia insaputa, qualcuno replicasse con un boom di aborti, ovviamente sempre legato alla crisi. Mi sembra una bufala. Non è con le analisi prevenute e pilotate su sensazioni che si affrontano i problemi.
Questa l’inizio del commento di Silvio Viale, esponente radicale e consigliere comunale, ma soprattutto ginecologo di professione, sulle notizie diffuse oggi di un presunto crollo delle nascite, addirittura del 20%, che avrebbe le caratteristiche di un evento straordianrio e unico nella storia.
Silvio Viale, che lavora all’Ospedale Sant’Anna di Torino, invita a partire dai dati reali e non dai desideri:
Mettendo le mani avanti voglio dire che all’Ospedale Sant’Amna di Torino, il più grande centro ostetrico italiano, nel 2012 abbiamo avuto 7.602 parti (7.637 nel 2011) con una tendenza al calo rispetto agli 8.757 del 2007, tornando al numero di parti che ci furono nel 1997. Analogamente per quanto riguarda gli aborti, nel 2012 abbiamo avuto 3.445 IVG, delle quali oltre mille con l’ausilio della RU486, (3.545 nel 2011) con un calo rispetto ai 3.890 del 2010, ma anche rispetto ai 3.814 del 1997. A livello regionale sia i parti che gli aborti sono sostanzialmente stabili, in lieve aumento i primi e in lieve diminuzione i secondi. Non capisco con quali certezze si possa parlare di crollo delle nascite nei primi 5 mesi del 2013, parlando di 3.930 nati, visto che a Torino nei primi 5 mesi del 2012 furono registrati 3.299 neonati e in tutta la provincia di Torino i neonati furono 8.199.
All’ospedale Sant’Anna la riduzione dei parti nei primi mesi del 2013 è del 5%, ma è presto per dire che ci sia una stabile riduzione generalizzata, visto che nel 2012 al Sant’Anna abbiano avuto una riduzione del 4,5% rispetto al 2011.
Da medico, e da politico pragmatico, diffido delle approssimazioni ideologiche. Sono il primo a ritenere utile una politica di sostegno, ma ritenendo un principio fondamentale la volontà della donna non confonderei i piani per evitare che il “bonus bebè” sia cattivo quando lo fa Cota (inutilità dimostrata) ma un buon provvedimento sociale se lo pensano a sinistra.
Le donne torinesi tra 20 e 40 anni sono circa 100.000. Non so quante di loro cercassero o cerchino un figlio, ma so che nel 2012 circa 8.000 di loro hanno partorito con una percentuale (8%) non dissimile da quelle degli anni precedenti. So che circa il 30% dei nati aveva entrambi i genitori stranieri, il 6% solo la madre e il 2% solo il padre. Un crollo del 20% a Torino nel 2013 sarebbe una svolta epocale. Se in un solo anno ci fosse un calo del 20% andremmo sui libri di storia, ma prima di parlare di crollo aspetterei almeno di chiedere i dati dei primi 5 mesi del 2013 all’ufficio dello Stato Civile del Comune.
Roma, 15 giugno 2013.