PERCHE’ IL GOVERNO NON INTERVIENE?
Dichiarazione di Nathalie Pisano e Igor Boni (segreteria Associazione radicale Adelaide Aglietta:
“Se le stime elaborate dal Cerp di Torino fossero confermate dall’Inps, saremmo di fronte alla prospettiva di milioni di lavoratori precari, parasubordinati e autonomi che si ritroverebbero dopo 30 – 35 anni di lavoro a percepire pensioni nettamente al di sotto della soglia di sopravvivenza o a non percepirle affatto. La pensione minima rischierebbe, per questo ampio settore di lavoratori, di divenire quasi un ‘privilegio’.
Un esercito di poveri che, dopo avere lavorato per anni con scarsi diritti e scarsissime tutele (ma con molti obblighi), non riuscirebbero nemmeno a percepire 10 euro al giorno. Una beffa.
A maggior ragione perché la gestione separata dell’Inps, la cassa nella quale versano i contributi i lavoratori parasubordinati, incassa ogni anno 8 miliardi di euro, soldi che vengono utilizzati per pagare le pensioni di chi una pensione già ce l’ha.
Qualche anno fa il presidente dell’Inps Mastrapasqua ebbe a dire che l’istituto non diramava le stime sulle pensioni dei precari per “evitare rivolte popolari”.
Non crede, lo stesso Mastrapasqua che sia arrivato il momento di gettare le carte sul tavolo e fornire stime ufficiali??
Non crede il governo che sia arrivato il momento di informare milioni di italiani su quanto preoccupanti potrebbero essere le prospettive dei loro anni a venire?”
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