Gli esponenti radicali torinesi Silvio Viale, Igor Boni e Giulio Manfredi hanno inviato al Moderatore della Tavola Valdese, Eugenio Bernardini, la seguente lettera aperta:
Egregio Moderatore,
abbiamo letto sulla stampa di domenica una sua positiva dichiarazione nei confronti dei fondi che la Chiesa Valdese ha incassato dall’8 per mille, che sono quasi triplicati nel 2012 rispetto all’anno precedente (37 milioni di euro nel 2012, 14 milioni nel 2011) poiché la Chiesa Valdese ha accettato per la prima volta di percepire anche i soldi derivanti dai contribuenti che non hanno operato alcuna scelta a favore di una o l’altra delle confessioni religiose che fruiscono dell’ 8 per mille.
Come radicali abbiamo sempre pubblicamente apprezzato le prese di posizione della Chiesa Valdese in tema di laicità e di diritti civili. Per la sincerità e il rigore che, da radicali, cerchiamo di avere con tutti, vi dobbiamo confessare che non comprendiamo il vostro cambio di rotta sull’ 8 per mille. I Valdesi hanno fondato la propria fede, dall’inizio, sulla responsabilità individuale; il cittadino sceglie, senza deleghe, senza intermediari o interpreti della sua volontà. Come potete, allora, accettare i soldi dei cittadini contribuenti che non vi hanno scelti, che non hanno scelto alcuna confessione religiosa? Non può essere una scusante sufficiente il fatto, comunque lodevole, che i fondi in discussione non siano da voi utilizzati per fini di culto, per il mantenimento dei pastori e delle attività culturali della chiesa, ma unicamente per progetti di natura assistenziale, sociale e culturale e che una quota corrispondente al 30% dell’importo totale sia da Voi riservata a progetti nei Paesi in via di sviluppo, in collaborazione con organismi internazionali religiosi e laici. Converrete forse con noi che dovrebbe valere per l’8 per mille quanto già vale per il 5 per mille: lì sono ripartiti fra tutti i partecipanti i fondi provenienti solamente da scelte espresse.
Il Sinodo Valdese sarà riunito fino a venerdì a Torre Pellice. Sarebbe importante se, fra le varie questione che tratterete, inseriste nell’ordine del giorno anche la questione che vi poniamo. Per magari passare poi dalla riflessione all’azione: in queste settimane i radicali stanno raccogliendo le firme su 12 referendum fra cui quello per abrogare la disposizione di legge (articolo 47, terzo comma, della L. n. 222/1985) che prevede che anche l’8×1000 di chi non esprime alcuna indicazione sia ripartito tra le confessioni religiose. La quota relativa alle scelte non espresse (attualmente più del 50% del totale, circa 600 milioni di euro l’anno) rimarrebbe in capo al bilancio generale dello Stato anziché essere ripartita in favore soprattutto (al 90%) della Conferenza Episcopale Italiana. Non si arrecherebbe alcun danno alle attività caritatevoli, visto che il fondo 8×1000 si è moltiplicato per cinque negli ultimi 20 anni, arrivando alla cifra record di un miliardo e cento milioni di euro l’anno. I 12 referendum possono essere firmati in tutti i Comuni italiani. Sarebbe estremamente importante se dal Sinodo Valdese arrivasse un’indicazione a favore del referendum per ripristinare la libertà di scelta del cittadino sull’8 per mille (ma siamo certi che anche i referendum sul divorzio breve, sull’immigrazione, contro il finanziamento pubblico dei partiti, per l’abolizione dell’ergastolo, solo per citarne alcuni, tocchino le vostre sensibilità!)
“Voi non potete servire Dio e Mammona” (Matteo – 6,24). Il passo evangelico interroga le coscienze di tutti, sia di laici non credenti come noi sia di credenti in altro che nel potere come i seguaci di Pietro Valdo. Confidando in un Vostro cortese riscontro, vi inviamo sinceri auguri per un Sinodo fattivo e proficuo.
Silvio Viale (presidente di Radicali Italiani)
Igor Boni (presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta)
Giulio Manfredi (Comitato nazionale Radicali Italiani)