Rita Bernardini (Segretaria di Radicali Italiani) e Giulio Manfredi (Direzione RI):
Per l’ennesima volta il capo del Dipartimento Antidroga, prof. Giovanni Serpelloni, ha vestito i panni da Azzeccagarbugli del proibizionismo e ci ha spiegato che “In natura la marijuana contiene tra il 5 e il 7% di principio attivo, l’erba in commercio, tra modifiche genetiche e tecniche di coltivazione, arriva al 55 per cento, con danni enormi al cervello” (La Repubblica di ieri, 8 gennaio).
E’ vero ma si tratta di una mezza verità; per completarla Serpelloni dovrebbe dire che l’aumento a dismisura del principio attivo è stato attuato dal mercato criminale, prodotto dal proibizionismo; un mercato in cui i milioni di consumatori italiani non hanno alcuna voce in capitolo, non possono esercitare alcun controllo né sulla qualità delle sostanze vendute né tantomeno sui prezzi di tali sostanze. Solo la legalizzazione delle sostanze oggi proibite consentirebbe ai consumatori di conoscere esattamente quello che fumano, ingeriscono, si iniettano.
Le ultime dichiarazioni di Serpelloni ci fanno ancora maggiormente apprezzare il lavoro di revisione della spesa che sta compiendo il commissario straordinario alla spending rewiew, Carlo Cottarelli, rispetto ai Dipartimenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Forse sarà la volta buona per verificare se le ingenti somme a disposizione del Dipartimento Antidroga vanno a vantaggio dei cittadini italiani o solamente della tecnoburocrazia proibizionista.