L’Associazione radicale Adelaide Aglietta terrà domani, sabato 25 gennaio, dalle ore 8:30 alle ore 10:30, un sit-in all’entrata del Palazzo di Giustizia di Torino (C.so Vittorio Emanuele n. 130), in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2014.
I militanti radicali esporranno una grande scritta (AMNISTIA) e cartelli con la richiesta al Consiglio Regionale di nominare il garante regionale delle carceri, rispettando finalmente la legge votata da tutti i partiti tranne la Lega (e tranne i radicali, che non erano presenti in Consiglio allora come non lo sono adesso) nel lontano dicembre 2009.
Parteciperanno al sit-in Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani), Igor Boni (presidente Associazione Aglietta) e Silvio Viale (presidente Comitato nazionale RI), che hanno dichiarato:
Fatti accaduti negli ultimi tre giorni: il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, nella sua Relazione sull’amministrazione della Giustizia per l’anno 2013, ha fornito queste cifre impressionanti: al 30 giugno 2013 erano 5.257.693 i processi pendenti in sede civile e quasi 3 milioni e mezzo in sede penale; il direttore del carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino e il capo degli agenti di polizia penitenziaria sono stati assegnati ad altre sedi (nel carcere di Torino dovrebbero essere detenute 800-900 persone, ora ve ne sono 1.500; quattro suicidi negli ultimi due anni; quindici quelli tentati; un agente di polizia penitenziaria ucciso da un collega, che poi si è suicidato); il primo Presidente della Corte di Cassazione, Giorgio Santacroce, ha dichiarato che, in attesa di “riforme di sistema” non c’è “altra via che l’indulto per ridurre subito il numero dei detenuti”, scarcerando chi “non merita di stare in carcere ed essere trattato in modo inumano e degradante”.
Se sommiamo tutti questi fatti, ci pare che la lotta che da anni sta conducendo Marco Pannella, e Radicali Italiani con lui, per ottenere un provvedimento di amnistia, cruna d’ago per far passare una vera riforma della giustizia, non sia la lotta disperata di un vecchio ottuagenario ormai fuori dal mondo ma sia l’unica risposta politica ad una situazione dell’amministrazione della giustizia e delle carceri ormai fuori controllo e fuori dal dettato della Costituzione repubblicana.
Venendo allo specifico carcerario piemontese, ci pare che le ultime vicende del più grande carcere della regione sia un motivo in più, se proprio ve ne fosse bisogno, per convincere il Consiglio Regionale a nominare finalmente il garante regionale delle carceri. La prossima settimana sono previste ben quattro sedute di Consiglio per l’approvazione del bilancio; una buona occasione per dimostrare concretamente attenzione ai problemi non solo degli oltre 5.000 detenuti piemontesi (dovrebbero essere 3.500) ma anche dei 2.850 agenti di polizia penitenziaria (dovrebbero essere 3.700) e di tutti gli altri operatori che entrano ogni giorno nelle 13 carceri piemontesi.
Sarebbe anche l’ultima occasione per far ricordare questa sciagurata legislatura regionale non solamente per le firme false di Michele Giovine e per Rimborsopoli.
Torino, 24 gennaio 2014