Giulio Manfredi (segretario Associazione radicale Adelaide Aglietta, Direzione Radicali Italiani):
Al Procuratore generale Marcello Maddalena, che si è detto contrario all’indulto e propone in alternativa la costruzione di nuove carceri, muovo un’obiezione politica ed una pratica. L’obiezione politica è fondata sulla necessità ed urgenza di ripensare la politica del cosiddetto “ordine pubblico” attuata nel nostro Paese, puntando allo smantellamento di due leggi che hanno contribuito enormemente all’implosione degli istituti di pena e dei CIE: la legge “Fini-Giovanardi” sulle droghe e la legge “Bossi-Fini” sull’immigrazione. Come radicali ci abbiamo provato lo scorso anno, raccogliendo, con la sinistra alla finestra, le firme dei cittadini su due referendum abrogativi; le firme non sono state sufficienti. Ora, però, ci sono segni in Parlamento della volontà di voltare pagina, e l’11 febbraio la Consulta si esprimerà sulla costituzionalità della “Fini-Giovanardi”, fatta passare nascondendola dentro un decreto-legge che in origine era dedicato al finanziamento delle Olimpiadi Invernali di Torino del febbraio 2006.
L’obiezione pratica è che per costruire nuove carceri ci vogliono almeno quattro anni; l’ultimatum della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo all’Italia sulla situazione carceraria scade fra quattro mesi. E dove trovare sia i soldi per la costruzione sia quelli per il funzionamento dei nuovi istituti? Ha ragione il primo Presidente della Cassazione, Giorgio Santacroce: l’unica soluzione è l’indulto. In attesa, aggiungono i radicali, di un provvedimento di amnistia che affronti i nove milioni di procedimenti pendenti nelle aule civili e penali.
Torino, 25 gennaio 2014