Il fatto grave e che siano state tolte a comando. Prima devono tornare sul sito e poi se può discutere delle singole schede, ma la censura no.
Questa la richiesta di Silvio Viale, che annuncia la richiesta di una discussione in Consiglio Comunale lunedì prossimo.
Silvio Viale, che in campagna elettorale aveva promosso lo slogan “Torino Capitale dei Diritti”, adottato poi nelle linee programmatiche del Sindaco, ha dichiarato:
Il punto non è tanto l’impatto reale di una pagina nascosta nel sito della Città di Torino, per accedere alla quale occorre seguire un percorso bene informato di ben sei click (1.diritto e partecipazione, 2.politiche di genere, 3.servizio GLBT 4.pubblicazioni, 5.materiali didattici 6.schede) ma il suo significato simbolico, che può essere la spia di una sudditanza psicologica sui diritti GLBT.
Poco importa che il documento sia uno strumento di lavoro, non ancora concluso, con alcune schede certamente da ridefinire, ma la richiesta di rimuovere quelle schede non avrebbe dovuto essere esaudita anche se fosse stata fatta da Nosiglia direttamente. Meno che mai se fatta da Magliano, che oggi canta vittoria, ma ha torto marcio, perché la libertà educativa di chiunque non può basarsi sulla falsificazione della realtà, sulla censura e sulla discriminazione come metodo. Sono il primo a pensare che alcune schede debbano essere integrate e che ne manchino altre (ad esempio quelle su buddismo, induismo e altre religioni), ma questo non può diventare un pretesto per atteggiamenti di chiusura. Credo che, se non lo capisca Magliano, lo possa comprendere certamente Nosiglia.
Torino, 26 marzo 2013.