Domani, 22 maggio 2014, ricorre il 36° anniversario dell’approvazione della legge 194/1978, che legalizzò, a determinate condizioni, l’interruzione di gravidanza in Italia.
Igor Boni (presidente Associazione radicale Adelaide Aglietta e candidato alle regionali nella lista PD):
Da 15 anni, con Silvio Viale, l’Associazione Aglietta si batte per migliorare la legge 194, cioè per migliorare le condizioni in cui le donne italiane possano scegliere di usufruire dell’interruzione di gravidanza. Ci siamo battuti per introdurre effettivamente in Italia l’aborto farmacologico, già previsto e consentito dalla legge 194. Ci battiamo per fare emergere finalmente i dati sul fenomeno dell’obiezione di coscienza.
I radicali, nel 1972, fecero approvare una legge che garantiva l’ “obiezione di coscienza” al servizio militare. Abbiamo, da allora, sempre difeso il diritto all’obiezione; questo non significa accettare passivamente che dietro lo scudo di quel diritto si possa pregiudicare la possibilità per le donne di abortire. I dati a livello nazionale parlano di una media del 70% di medici obiettori, con punte del 100%. Occorre, però, che tali dati siano analitici, regione per regione, ospedale per ospedale, e pubblici, a disposizione di tutte e tutti.
Per questo, propongo l’istituzione dell’ “anagrafe pubblica regionale dell’obiezione di coscienza”: sul sito dell’Assessorato regionale alla Sanità devono essere raccolti ed aggiornati costantemente i dati sul personale obiettore, garantendo la privacy. Ricordiamo che la pubblicità di tali dati è ancora più rilevante poiché in Italia l’interruzione di gravidanza è l’unico intervento sanitario riservato al monopolio pubblico (i radicali proposero un referendum nel 1981 per permettere ai medici privati di praticare gli aborti ma furono sconfitti).
Rimane, infine, pienamente valida la proposta di legge radicale depositata a più riprese in Parlamento che chiede di assicurare nei reparti di ginecologia la presenza di almeno il 50% di personale non obiettore.
Torino, 21 maggio 2014