Sulla avvenuta somministrazione di una terapia “segreta” da parte del Dott. Marino Andolina presso gli Spedali Civili di Brescia è intervenuto il medico radicale Silvio Viale, noto per la vicenda tribolata della RU486, il quale chiede che l?Ordine dei Medici di Trieste apra un vero procedimento disciplinare.
Silvio Viale, che fa parte della Direzione dell’Associazione Luca Coscioni, che ha diffuso la seguente nota:
Credo che L’Ordine dei Medici di Trieste, qualora non lo avesse ancora fatto, debba aprire un procedimento disciplinare verso Marino Andolina, anche al solo fine di far conoscere la formula della sostanza “segreta” iniettata a Brescia. Infatti il l’articolo 13 del nuovo Codice Deontologico è chiarissimo: il medico non adotta né diffonde pratiche diagnostiche o terapeutiche, delle quali non è resa disponibile idonea documentazione scientifica e clinica valutabile dalla comunità professionale e dall’Autorità competente. Il medico non deve adottare né diffondere terapie segrete. E’ indubbio che nessuno, tanto meno il giudice di Pesaro, conosca la composizione della sostanza iniettata a Federico, il bambino affetto dalla rara malattia di Krabbe, una malattia degenerativa su base genetica causata da un deficit enzimatico. Personalmente posso anche condividere l’interrogativo che Andolina formulava nel 2009 sul “perché un moribondo non possa ricevere una terapia innocua, per mal che vada inutile …”, ma dopo 5 anni occorre che quella terapia forse “innocua”, certamente “inutile”, sia pubblica e non segreta. Anche solo per questo l’Ordine dei Medici competente, quello di Trieste, ha il dovere etico di intervenire. Voglio poi rinnovare la solidarietà a Elena Cattaneo, sempre più il bersaglio dell’oscurantismo integralista dei fedeli di Stamina. In particolare quando leggo che famigliari del piccolo Federico annunciano, trionfanti, che ora si occuperanno della Cattaneo, posso anche capire le loro disperate illusioni, ma a maggior ragione debbo rinnovare stima e solidarietà verso Elena Cattaneo e tutti coloro che non hanno ceduto a falso pietismo.
Torino, 8 giugno 2014.