Alla notizia che Vladimir Putin intende annullare il progetto del gasdotto “South Stream”, Giulio Manfredi (segretario Associazione radicale Adelaide Aglietta) e Igor Boni (esponente del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito – PRNTT) hanno dichiarato:
I radicali sono stati l’unica forza politica che dal 2007 hanno denunciato la partecipazione di ENI al progetto “South Stream”, tacciando l’allora AD Paolo Scaroni di svolgere la funzione di vero e propro “cavallo di Troia” di Gazprom/Putin nell’Unione Europea, con la benedizione di Silvio Berlusconi. E la nostra denuncia è andata di pari passo alla richiesta all’Unione Europea di una politica energetica comune, che avesse la forza di svincolarsi dall’abbraccio mortale dell’orso russo.
Ci voleva Vladimir Putin, con la sua scelta di affossare il progetto “South Stream”, per costringere la UE a fare i conti con i propri ritardi e le proprie inadeguatezze sul fronte dell’energia. Matteo Renzi, in zona Cesarini, saprà cambiare verso non solo alla politica energetica italiana (i segnali che vengono dal nuovo AD Eni Descalzi sono incoraggianti) ma anche a quella di Bruxelles, approfittando dell’ultimo mese di presidenza dell’Unione Europea?
http://www.radicali.it/forum/russia-del-nuovo-zar-vladimir-putin