Leggo, con soddisfazione, che lavorerei nel primo ospedale in Europa per numero di parti. Purtroppo non è più cosi da alcuni anni, anche se fino a pochi anni fa ci si batteva per il primato con il National Maternity Hospital di Dublino. Loro sono rimasti stabilmente oltre gli 8500 parti, mentre noi siamo scesi del 17%. Dovremmo, comunque, essere ancora secondi in Europa. Certamente i primi in Italia.
Questo il commento, divertito, di Silvio Viale, ginecologo del S’Anna e consigliere comunale a Torino, che ritiene abbastanza “sciocca” la corsa al primo nato in cui ci si cimenta ogni anno, “come se fosse un merito”.
Silvio Viale coglie, però, lo spunto da questo infortunio giornalistico per alcune osservazioni:
Purtroppo con un ulteriore lieve calo del 1,33% rispetto al 2013, i 7.232 parti del 2014 sono il punto più basso della storia dell’Ospedale Sant’Anna. Senza tornare tropo indietro siamo tornati ai livelli degli anni ’90, con un calo di parti al Sant’Anna del 17,4% rispetto agli 8.785 pari del 2007, il punto più alto della storia recente. Si tratta di un calo doppio rispetto al parallelo calo dei nati in Piemonte che è poco sopra il 9%.
Prima che qualche “solone” si lanci su improvvisate analisi sociologiche strumentali alla contestazione della necessaria riduzione dei punti nascita, voglio aggiungere che nel 2002 eravamo 118 ginecologi per 8.420 parti, mentre oggi siamo 89 ginecologi, un quarto di ginecologi in meno, per 7232 parti.
Nello stesso periodo dal 2002 al 2013, la quota regionale dei parti è scesa da 22,6% al 20,6%, mentre quella degli aborti (IVG) è salita dal 32,3% al 41,3%.
Tornando al primato in Europa, considerato che in Irlanda l’aborto è vietato, se si calcolano anche le IVG, l’Ospedale Sant’Anna diventa il primo in Europa. Del resto, non si possono cancellare, né in Italia, né in Europa le donne che ricorrono all’IVG.
Torino, 1 .1 2015.