Giulio Manfredi (segretario Associazione radicale Adelaide Aglietta):
Ieri Silvja Manzi è stata nominata (con 28 voti espressi dai consiglieri regionali) fra i 10 esperti in diritti umani membri del Comitato regionale dei diritti umani. E’ una nomina che vale per tre.
Vale come riconoscimento dell’apporto convinto e costante che i radicali hanno fornito in questi ultimi 15 anni sia alla nascita dell’Associazione per il Tibet (da cui il Comitato regionale dei diritti umani deriva) sia alle sue attività.
Vale come riconoscimento per quanto Silvja Manzi ha fatto dal 1992 ad oggi, per ben 23 anni; scorrendo il suo curriculum non c’è che l’imbarazzo della scelta (cito solamente le due settimane trascorse nelle prigioni del Laos per avere semplicemente manifestato in piazza per la democrazia).
Vale come investimento su una persona che sicuramente può ancora dare tanto e potrà dare ancora di più se sarà consapevole fino in fondo delle sue capacità “politiche”; un aggettivo che è ormai divenuto una parolaccia ma che rappresenta, invece, almeno per noi radicali, un talento prezioso, che va evangelicamente speso e non tenuto in serbo.
Torino, 15/04/2015
“MANZI STORY”
Nata a Foggia nel 1973, residente a Torino.
da sempre attivista e militante per la promozione della democrazia e dei diritti umani, civili e politici nel mondo; ha maturato la propria esperienza come di seguito descritto.
- Dal 1992 al 1999 ha collaborato con il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito (ONG con Status Consultivo Generale di prima categoria presso il Consiglio economico e sociale-ECOSOC dell’ONU – www.radicalparty.org/it/chi-siamo), occupandosi, in particolare, di diritti per l’autodeterminazione dei popoli e tutela delle minoranze nei Paesi della ex-Jugoslavia, di promozione dei diritti umani in Tibet, lottando contro ogni forma di discriminazione razziale, politica, sessuale e religiosa con iniziative nonviolente e partecipando alla realizzazione di manifestazioni, assemblee, convegni e incontri internazionali.
- Ha collaborato con Emma Bonino alla animazione delle iniziative per i diritti delle donne in Afghanistan nella campagna “Un fiore per le donne di Kabul”.
- Ha contribuito alla realizzazione delle manifestazioni europee “L’Europa muore o rinasce a Sarajevo” e “Libertà per il Tibet”.
- Ha lavorato sulle campagne per la costituzione dei Tribunali internazionali ad hoc per i crimini di guerra nell’ex-Jugoslavia e in Ruanda e per l’istituzione della Corte Penale Internazionale permanente.
- Ha collaborato alla stesura del dossier “Processo a Milosevic!” per portare all’incriminazione il presidente serbo evidenziando le sue responsabilità nella guerra in ex Jugoslavia.
- Dal 2000 alla fine del 2001 ha collaborato con il Gruppo consiliare “Radicali-Lista Emma Bonino” del Piemonte (www.webalice.it/carlamarchisio/GruppoRadicali/) occupandosi dei diritti negati nei Paesi del Sud Est Asiatico e in particolare nella RDPLaos dove ha partecipato alla organizzazione e realizzazione di un’azione nonviolenta a Vientiane (capitale del Laos) in occasione dell’anniversario della scomparsa di cinque attivisti democratici laotiani, manifestando per “la libertà, la democrazia e la riconciliazione in Laos” e venendo per questo, con altri, arrestata e detenuta per due settimane nelle carceri del Paese, condannata a due anni e mezzo di prigione in seguito a un processo farsa e successivamente espulsa grazie a una mobilitazione internazionale e all’intervento del Governo italiano (www.radicalparty.org/…/c…/quando-la-libertà-vale-tre-dollari). Di ritorno dal Laos ha partecipato ad alcune trasmissioni televisive, ed è stata ospite come attivista per i diritti umani del Maurizio Costanzo Show, per informare sulla drammatica e sconosciuta assenza di ogni tutela democratica in Laos.
- Ha partecipato a Bruxelles a iniziative politiche per promuovere la libertà di ricerca scientifica.
- Animando da Torino la campagna europea “Una bandiera per uno status di piena autonomia per il Tibet” si è impegnata per la costituzione dell’“Associazione di Comuni, Province, Regioni per il Tibet”, divenuta successivamente “Associazione regionale per il Tibet e i diritti umani”.
- Dal 2002 al 2004 ha lavorato al Parlamento europeo, a Bruxelles e Strasburgo, come assistente dell’Europarlamentare Olivier Dupuis (www.leuropeen.eu/sample-page/), occupandosi delle violazioni dei diritti umani in Cecenia e nei Paesi del Caucaso, incontrando attivisti e giornalisti internazionali, collaborando alla organizzazione di eventi di denuncia delle persecuzioni, in contatto con esuli dell’ultimo governo ceceno democraticamente eletto, a partire dall’ex-ministro alla Sanità Umar Khanbiev recentemente scomparso, per la presentazione del “Piano di Pace Akhmadov” per una amministrazione controllata dell’Onu in Cecenia.
- Ha collaborato con dissidenti politici del Sud Est Asiatico, contribuendo all’organizzazione di eventi internazionali che hanno visto insieme attivisti vietnamiti, laotiani, birmani, cambogiani, per la promozione della democrazia nei loro Paesi.
- Ha collaborato con dissidenti tibetani, uiguri, tunisini, cubani, kosovari… e ha, anche a questo scopo, mantenuto i contatti con l’Organizzazione delle Nazioni e dei Popoli Non rappresentati (UNPO – www.unpo.org), per dare voce all’autodeterminazione dei popoli oppressi del pianeta.
- Dal 2001 mantiene i contatti con gli esuli democratici del Laos (in particolare con il Mouvement Lao pour les Droits de l’Homme MLDH – www.mldh-lao.org), per organizzare eventi per far conoscere la situazione del Paese e sostenere la democrazia, la riconciliazione, la libertà di espressione e di religione nell’area (ultimo, in ordine di tempo, il convegno “Il caso Laos: ancora silenzio sui diritti umani violati”, del dicembre 2012, nella Sala Viglione di Palazzo Lascaris, con Vanida S. Thephsouvanh, la presidente del Movimento Lao per i diritti umani, ricevuta poi anche dal sindaco Piero Fassino).
- Nel 2007 viene approvata all’ONU la prima Risoluzione per la moratoria delle esecuzioni capitali nel mondo, campagna alla quale ha partecipato fin dall’inizio della sua militanza politica.
- Dal 2008, a titolo volontario, collabora attivamente con l’Associazione radicale Adelaide Aglietta di Torino (di cui più volte ha fatto parte della Giunta di segreteria – www.associazioneaglietta.it), partecipando alla realizzazione di manifestazioni, eventi, conferenze stampa, incontri pubblici sui diritti fondamentali violati, anche in Italia; occupandosi, fra l’altro, dell’organizzazione di campagne in favore delle vittime di discriminazioni sessuali e dei diversamente abili.
- Si è occupata della denuncia della deriva autoritaria della Russia di Putin, delle violenze del regime nella Libia di Gheddafi, nella Siria di Assad (sostenendo la campagna per la sua incriminazione per crimini di guerra e contro l’umanità), per la libertà in Tibet e la democrazia in Cina…
- A fine 2014 ha organizzato, al Circolo dei Lettori, un convegno con il Sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova e altri esponenti politici e intellettuali sulla grave situazione in Ucraina.
- Nelle ultime settimane ha partecipato a numerose iniziative contro il terrorismo internazionale di stampo fondamentalista per denunciare le violenze perpetrate in Europa come in Nigeria.
- Si sta occupando attivamente di lanciare anche in Italia le campagne internazionali:
• “Find Sombath Somphone”, l’attivista democratico laotiano scomparso la sera del 15 dicembre 2012 e su cui è in corso una mobilitazione internazionale (su suo impulso, a 100 giorni dalla scomparsa, sono stati depositati un ordine del giorno in Consiglio regionale a prima firma Giampiero Leo e un ordine del giorno in consiglio comunale a Torino a prima firma Silvio Viale);
• #FreeSavchenko, la pilota ed ex ufficiale dell’esercito ucraino Nadiya Savchenko, catturata nel giugno 2014 dai ribelli filorussi del Donbass, ingiustamente accusata dell’omicidio di due giornalisti – poiché la sua cattura è precedente alla loro uccisione – e attualmente detenuta nelle carceri russe; eletta nel parlamento del suo Paese a novembre 2014, è membro della delegazione ucraina all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa; sta portando avanti uno sciopero della fame, iniziato a metà dicembre 2014, per affermare il proprio diritto a rientrare in Ucraina.