CASO PISTELLI/BONI E MANFREDI (RADICALI): PRONUNCIA FAVOREVOLE ANTITRUST NON SUPERA LEGGE SU INCOMPATIBILITA’ PARLAMENTARI (L. 60/1953).
SE L’AVESSE FATTO UN VICEMINISTRO DI BERLUSCONI CI SAREBBERO LE BARRICATE IN STRADA.
Igor Boni e Giulio Manfredi (Associazione radicale Adelaide Aglietta):
Apprendiamo che per l’Antitrust nulla osta a che il cittadino Lapo Pistelli si trasformi dall’oggi al domani da viceministro degli Esteri a vicepresidente senior dell’ENI. Ne prendiamo atto ma ricordiamo che il “caso Pistelli” deve essere esaminata non solo alla luce della legge sul conflitto di interessi (L. 215/2004) ma anche alla luce della legge 60/1953 (Incompatibilità parlamentari), pienamente vigente.
L’art. 6 della legge n. 60/1953 prescrive che “Chi abbia rivestito funzioni di Governo, anche dopo la cessazione del mandato parlamentare, non puo’ assumere le cariche o le funzioni di cui all’art. 2 negli enti pubblici o nelle societa’, enti o istituti indicati negli articoli 1, 2 e 3 della presente legge, se non sia decorso almeno un anno dalla cessazione delle funzioni governative”. Siamo il paese di Azzeccagarbugli per cui uno può anche attaccarsi al fatto che la legge parla di “presidente” e non di “vice-presidente senior” e parla di “consulente amministrativo” e non già “di promuovere il business internazionale e di tenere i rapporti con gli stakeholders – in Africa e Medio Oriente – e dei progetti sulla sostenibilità” (Pistelli dixit).
Resta chiaro l’intento del legislatore: quello di evitare conflitti di interesse e indebiti vantaggi di un’azienda sull’altra, visto che è lo stesso Pistelli a riconoscere che l’Eni è comunque un’azienda di diritto privato.
Una domanda, infine: quante dichiarazioni, comunicati, manifestazioni di protesta avrebbe detto, scritto, fatto il Partito Democratico se un viceministro agli Esteri di Berlusconi fosse passato da un giorno all’altro all’ENI di Scaroni?