In merito al desolante déjà-vu che i cittadini piemontesi stanno rivivendo con la questione delle firme false sulle liste per le elezioni regionali, i coordinatori dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, Silvja Manzi e Marco del Ciello, hanno dichiarato:
Nel dibattito elezioni sì/elezioni no spiace che il rispetto delle regole sia l’unico elemento mai preso in considerazione. Eppure dovrebbe essere il punto dirimente della questione.
C’è un evidente problema di legalità e fa riflettere il fatto che siano i maggiori gruppi politici – ieri del centrodestra, oggi del centrosinistra – a violare le regole, cioè proprio quelli che meno avrebbero necessità di farlo, potendo contare su strutture adeguate a una raccolta firme regolare.
Fa riflettere il fatto che questo aspetto – raccogliere le firme per la presentazione delle liste rispettando la legge – sia ritenuto poco importante e ininfluente proprio da quei partiti che si assumono l’impegno di governare una regione, si suppone nella legalità.
Se una norma, la regola del gioco, viene ritenuta superata o inapplicabile si decide di cambiarla, in trasparenza, non la si aggira furbescamente, sperando poi di farla franca. Sarebbe ad esempio logico e opportuno, nel 2015, consentire anche la raccolta delle firme on line, secondo procedure certificate da tempo in uso sia nel settore privato che in quello pubblico.
È poi inoltre evidente che ciò che determina questi “intoppi” sia la pratica da “mercato delle vacche” della composizione delle liste, dei pacchetti di preferenze, delle lotte intestine ai partiti… Tutto questo ha allontanato i cittadini dalla politica, e i partiti dalla nobiltà della politica.
Ecco perché, indipendentemente dalla decisione che prenderà il presidente Chiamparino, la priorità delle prossime settimane deve essere la modifica della legge elettorale in senso maggioritario uninominale. Sarebbe l’unico sistema elettorale che costringerebbe i partiti a selezionare i migliori candidati, e riavvicinerebbe gli eletti agli elettori, consentendo loro di realizzare un controllo diretto dell’istituzione e creare un rapporto con i loro rappresentanti, oggi inesistente.
Conseguentemente verrebbe modificato anche il sistema di presentazione delle liste e ci risparmieremmo così un’altra eventuale pessima fine legislatura.
Sarebbe l’unica soluzione per Sergio Chiamparino e il suo partito di riferimento, il Partito Democratico, per uscire a testa alta da una situazione a dir poco imbarazzante.