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DIRITTI UMANI/LAOS: RADICALI SUI RISULTATI DELLE ELEZIONI LEGISLATIVE

A seguito delle elezioni legislative nella Repubblica Democratica Popolare del Laos (uno degli ultimi regimi comunisti e liberticidi ancora in vita), avvenute lo scorso 20 marzo 2016, l’Associazione radicale Adelaide Aglietta fa proprio e rilancia il comunicato degli amici del Movimento Laotiano per i Diritti Umani (MLDH):
RDP Lao – Elezioni legislative del 20 marzo 2016: I perdenti restano i cittadini laotiani
La Repubblica Democratica Popolare del Laos (RDPL) ha annunciato il 28 marzo 2016 i risultati delle elezioni legislative del 20 marzo, sottolineando come il giorno del voto sia stato “un successo del 300% rispetto a quanto previsto: il 100% degli elettori si è recato alle urne; il 100% degli elettori ha così potuto far valere il proprio diritto secondo regole democratiche; e la garanzia totale del 100%  sulla pace e l’ordine durante le elezioni”.
I media internazionali, tuttavia, hanno scelto di non coprire queste elezioni che sono una farsa, in un Paese dove l’opposizione non è tollerata e le manifestazioni pacifiche in favore dei diritti umani vengono sistematicamente represse in modo grave.
In queste elezioni – che, secondo la stampa ufficiale, ha coinvolto il 98% della popolazione – i grandi perdenti rimangono la libertà, la democrazia e i cittadini laotiani. Un popolo sotto il controllo del Partito Popolare Rivoluzionario del Laos (LPRP), ostaggio di questo partito unico, e che non può che “scegliere” in una lista predeterminata dal partito unico, dove i candidati cosiddetti “indipendenti” devono comunque avere l’approvazione del partito unico.
Finché il Laos rimane un regime a partito unico, l’Assemblea nazionale continuerà a essere solo una camera notarile poiché tutto è predeterminato dalle gerarchie del partito, e tutto ciò che viene discusso nell’Assemblea nazionale è sempre determinato dal partito.
Per la ripartizione dei seggi, su 149 deputati, 6 arrivano dal settore privato. Il numero di donne è aumentato di poco rispetto alla legislatura precedente, sono il 27% rispetto al 25% dello scorso parlamento. Tra i deputati appartenenti a minoranze etniche, 20 sono di origine Mon-Khmer e 6 di origine Hmong.
Di fronte a questa farsa che permette a un regime totalitario di vantare una propria legittimità di fronte ai paesi donatori della comunità internazionale, il Movimento Lao per i Diritti Umani (MLDH) rinnova il suo appello all’Unione europea e ai suoi Stati membri, alle Nazioni Unite e agli Stati Uniti, di fare pressione sul governo del Laos affinché rispetti l’articolo 25 del Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) di tenere vere elezioni che garantiscano “la libera espressione della volontà degli elettori” e di rispettare le risoluzioni del Parlamento europeo, del 1° dicembre 2005 e 26 novembre 2009, che chiedevano alle autorità laotiane di “elaborare e attuare al più presto tutte le riforme necessarie per la democratizzazione del paese, per garantire la pacifica espressione dell’opposizione politica e per assicurare la celere organizzazione di elezioni multipartitiche sotto il monitoraggio internazionale”.