ELEZIONI COMUNALI/LAICITÀ. UAAR E RADICALI SCRIVONO AI CANDIDATI SINDACI
L’UAAR-Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti Circolo di Torino e l’Associazione radicale Adelaide Aglietta inviano una lettera aperta sui temi della laicità delle istituzioni ai candidati Sindaci di Torino e della Città Metropolitana, per le prossime elezioni amministrative del 5 giugno.
In particolare l’UAAR e i radicali chiedono agli aspiranti sindaci di esprimersi e rispondere ad alcune questioni ritenute cruciali per un corretto funzionamento dell’istituzione comunale e metropolitana fondata sul principio di laicità, poiché un ordinamento o è laico o non è democratico.
Nel recente passato la città di Torino si è distinta in positivo per essere all’avanguardia sull’apertura del registro dei testamenti biologici e sulle unioni civili – di recente divenute legge dello Stato – ma in negativo sul voto antistorico del Consiglio comunale che ha sancito il mantenimento nella Sala Rossa del crocifisso, quale simbolo religioso, con un dibattito a dir poco inadeguato.
Queste le domande rivolte ai candidati a ricoprire la carica di Sindaco del Comune e della Città metropolitana di Torino per i prossimi cinque anni:
Laicità delle istituzioni
Qual è la sua concezione di laicità delle istituzioni e quali servizi laici potenzierebbe (matrimoni civili, estensione alla Città metropolitana del registro dei testamenti biologici, funerali civili, stanze del commiato ecc.)?
Ici/Imu/Tasi per le scuole private paritarie
Lo scorso luglio la Corte di cassazione ha dato torto a due scuole religiose che si erano “autoesentate” dal pagamento dell’Ici, consentendo al comune di Livorno di recuperare gli arretrati dal 2004. Ritiene necessario esaminare le situazioni tributarie degli istituti paritari presenti nel territorio comunale, al fine di escludere casi di omessa dichiarazione e omesso pagamento dell’Ici, per gli anni dal 2004 al 2011, e dell’Imu/Tasi, ove previsto, per gli anni successivi?
Interruzione dei finanziamenti all’edilizia di culto
Qual è la sua posizione in merito?
Osservatorio sul rispetto delle indicazioni ONU riguardo all’IRC
Prima nel 2003 e poi nel 2011, il Comitato ONU che vigila sulla Convenzione sui diritti del fanciullo ha rimproverato l’Italia sull’insegnamento della religione cattolica: perché occulta il suo carattere facoltativo, perché fa mancare valide alternative di insegnamento, perché è carente nelle informazioni per chi non vuole subire insegnamenti religiosamente orientati. È favorevole a istituire un osservatorio sul rispetto di queste indicazioni ONU, controllando direttamente le scuole dell’infanzia comunali e attivando collaborazioni e raccolte dati con le altre scuole sul territorio comunale?
Infine, in vista della prossima scadenza elettorale, le associazioni laiche torinesi chiedono a tutti i candidati sindaci di sottoscrivere, traslandole nel contesto metropolitano, le parole pronunciate dall’allora senatore John F. Kennedy, cattolico, nello storico Discorso alla Greater Houston Ministerial Association il 12 settembre 1960 durante la sua campagna elettorale presidenziale:
«Io credo in un’America in cui la separazione tra Chiesa e Stato sia assoluta, in cui nessun sacerdote cattolico dica al Presidente, qualora questi sia cattolico, come comportarsi e in cui nessun ministro protestante dica ai suoi parrocchiani per chi votare. In cui nessuna chiesa o scuola confessionale riceva finanziamenti pubblici o trattamenti di favore da parte della politica e in cui a nessuno venga negata una carica pubblica solo perché la sua religione è diversa da quella del presidente che potrebbe nominarlo o delle persone che potrebbero eleggerlo.
Io credo in un’America che non sia ufficialmente né cattolica né protestante né ebrea, in cui nessun funzionario pubblico richieda né accetti istruzioni sulle scelte pubbliche dal Papa, dal Consiglio nazionale delle chiese o da qualsiasi altro organismo ecclesiastico, in cui nessun ente religioso cerchi di imporre la sua volontà direttamente o indirettamente sul popolo in generale o sugli atti pubblici dei suoi funzionari e in cui la libertà religiosa sia così indivisibile che qualsiasi atto contro una chiesa venga considerato come un gesto che danneggia tutte le chiese.»